Marini: mi sono dimessa per me non per il Pd, malato di giustizialismo
“Il giustizialismo è una malattia – dice -. Noi continuiamo ad averla anche quando il Movimento 5 stelle si sta avvicinando al garantismo. Questa cosa fa ridere, non trova? Però spero che siano voci dal sen fuggite”. Marini nega però di essere stata costretta dal partito a dimettersi dalla regione: “Non è vero, non è così. Stavo ragionando da un po’ su come ritrovare la libertà di difendermi. Non potevo essere un presidente in carica che si deve proteggere da accuse ingiuste. Rimanere presidente avrebbe limitato le mie possibilità di reagire. Non l’ho fatto per il partito, l’ho fatto per me”.
“Voglio tutelare il lavoro di questi anni, non voglio che siano messi in discussione il mio ruolo e la mia onorabilità – spiega Marini -. Ho sempre combattuto i sistemi di potere e le consorterie. Per farlo sono stata spesso accusata di essere altezzosa. Lo ero a salvaguardia delle istituzioni”. Al Pd “ho spiegato tutto. Ho detto che la vicenda va oltre la mia persona, che il Pd dovrebbe affrontare anche il tema di come si pone di fronte alle inchieste, non solo all’inchiesta in cui sono coinvolta; di come si garantisce il rispetto delle persone indagate. Ecco, il Pd è chiamato a prendere una posizione netta su questi argomenti”. “Vede, questa inchiesta è la prima che mi riguarda dopo quasi 20 anni, 10 da sindaco e 10 da governatrice. Non le dice niente sulla mia correttezza?”, conclude.
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