Lega, il sottosegretario Armando Siri è indagato per corruzione: "Sono tranquillo" E’ l’ideologo della flat tax e consigliere economico di Matteo Salvini
“Non ne so nulla”. Queste le prime dichiarazioni del sottosegretario alle Infrastrutture e senatore della Lega Armando Siri, raggiunto da Affaritaliani.it poco dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta per corruzione che lo vede coinvolto insieme ad altre 9 persone. “Non ne so assolutamente nulla, ho saputo che qualcuno mi sta cercando ma ne sapete più voi di me”. E ancora: “Ma chi è Vito Nicastri? Mai sentito in vita mia, mai visto, non so proprio chi sia”. Siri esclude ogni coinvolgimento: “Assolutamente sì, mi state dando un nome che non è fra le mie conoscenze”. Nella mattinata, intanto, i procuratori aggiunti di Palermo e Roma, Paolo Guido e Paolo Ielo, hanno disposto una serie di perquisizioni. In Sicilia per acquisire atti e documenti riguardanti appalti, e soprattutto autorizzazioni in materia di impianti energetici. A condurre l’inchiesta, il pm romano Mario Palazzi e il collega palermitano Gianluca De Leo. Siri avrebbe intrattenuto frequenti rapporti, tutti da chiarire, con un faccendiere impegnato nel settore dell’energia su cui indagano da tempo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e gli investigatori della Dia. Proprio i pubblici ministeri siciliani hanno trasmesso ai colleghi della Capitale il filone dell’inchiesta riguardante le frequentazioni romane del faccendiere, che era sempre alla ricerca di sostegni politici – e sembra anche legislativi – per la galassia delle sue attività. In provincia di Trapani, il faccendiere era in affari con un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che oggi è stato arrestato dalla Dia, per violazione degli arresti domiciliari. Non poteva incontrare nessuno, ma avrebbe continuato a curare i suoi affari, frequentando il faccendiere e alcuni prestanome. Così è emersa l’intera vicenda. Un’indagine che prosegue da sei mesi nel massimo riserbo, per la presenza di Siri, che è sottosegretario dal 13 giugno dell’anno scorso.Siri è il consigliere economico del ministro dell’Interno Matteo Salvini e l’ideologo della Flat Tax, quattro anni fa patteggiò una condanna per bancarotta. E mentre Matteo salvini difende il suo collega di partito, durissima arriva la reazione del Vicepremeir del M5S Luigi Di Maio, ecco le sue parole: "Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita". "Non so se Salvini sia d’accordo con questa mia linea intransigente, ma è mio dovere tutelare il governo e l’integrità delle istituzioni", dice ancora Di Maio. "Un sottosegretario indagato per fatti legati alla mafia è un fatto grave. Non è più una questione tecnica giuridica ma morale e politica. Va bene rispettare i tre gradi di giudizio, ma qui la questione è morale. Ma se i fatti dovessero essere questi è chiaro che Siri dovrebbe dimettersi".
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