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  • sabato 26 luglio 2025

La Procura di Milano contro Arcelor Mittal: “Un pretesto lo scudo penale. A settembre la multinazionale aveva esaurito i fondi”

Il grande bluff di Arcelor Mittal sarebbe stato smascherato dalla Procura di milano che ha depositato l’atto di intervento nella causa civile fra il gruppo franco-indiano e i commissari del polo siderurgico. Si tratta di una vero e proprio atto d’accusa che sconfessa la reale volontà del colosso industriale franco-indiano di rilanciare il polo siderurgico italiano. "I manager esteri – si legge nel passaggio della deposizione di Giuseppe Frustaci dirigente di Arcelor Mittal -  sostenevano che per l’attuale ’marcia’ degli impianti, ovvero per realizzare la produzione di 6 mln di tonnellate di acciaio, la qualità delle materie prime fosse troppo alta e che occorresse utilizzarne di qualità inferiore per abbattere i costi". Questo verbale è riportato integralmente nell’atto di intervento della Procura nel contenzioso civile tra la multinazionale franco-indiana e l’ex Ilva. Poi c’è dell’altro. Da registrare la posizione dell’ad di Arcelor Mittal Lucia Morselli, la stessa manager che ha partecipato agli incontri ‘farsa’ a palazzo Chigi che "ha dichiarato ufficialmente" in un incontro "ai primi di novembre" con "i dirigenti e i quadri" che erano stati fermati "gli ordini, cessando di vendere ai clienti". Ma c’è anche un passaggio ulteriore nei verbali: "In più riunioni tenute da settembre ad oggi sia il precedente amministratore delegato Mathieu Jehl, sia il nuovo amministratore delegato Lucia Morselli, hanno dichiarato che la società aveva esaurito la finanza dedicata all’operazione" di affitto con obbligo di acquisto dell’ex Ilva. Lo ha messo a verbale un dirigente della stessa Ilva  sentito come testimone dai pm di Milano lo scorso 18 novembre. Secondo la Procura di Milano "la vera causa della disdetta" del contratto d’affitto dell’ex Ilva da parte di Arcelor Mittal è "riconducibile alla crisi di impresa" della multinazionale franco-indiana ed alla conseguente volontà di disimpegno dell’imprenditore estero e non è invece il venir meno del così detto scudo ambientale abrogato utilizzato come motivo pretestuosamente".


 


 

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