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  • sabato 18 maggio 2024

La fotografia del Cts al Covid in Italia: “Preoccupati per le prossime settimane”

 


“Il Comitato tecnico scientifico ha fatto una fotografia precisa dal punto di vista clinico, medico ed epidemiologico della situazione attuale che ci dice che i due mesi passati con rigore e disciplina nell’esecuzioni delle ordinanze dei decreti del Presidente del Consiglio hanno contribuito a ridurre la curva, benché la riduzione sia molto lenta, ma che siamo ancora lontani dalla soglia di sicurezza. Siamo molto preoccupati per le prossime settimane natalizie perché sappiamo quali possono essere i potenziali rischi d’ incontro e convivialità tra le famiglie. Questi rischi contribuiranno, se non stiamo molto attenti, a far ripartire una curva che non deve ripartire perché a inizio di gennaio ci attendono molte scadenze: il ritorno al lavoro, il ritorno a scuola, auspicabile, e l’inizio della campagna vaccinale. Abbiamo appuntamenti troppo importanti e dobbiamo arrivarci preparati”. Lo ha detto Agostino Miozzo del Comitato tecnico scientifico, in collegamento con la trasmissione di Canale 5, “Mattino Cinque”, in merito alla situazione sanitaria in corso alla vigilia delle Feste di Natale nel nostro Paese dichiara: “Se paragoniamo le curve di marzo/aprile scorso con quella di oggi vediamo come dopo il lockdown totale e durissimo che abbiamo fatto a partire da marzo, la curva sia scesa in maniera drastica.Quella di oggi non scende nello stesso modo perché non abbiamo imposto lo stesso lockdown, abbiamo imposto misure meno restrittive. Questo significa che comunque siamo ancora oltre quindicimila casi al giorno. Ieri abbiamo avuto più di ottocento vittime, siamo ancora in una situazione estremamente precaria.Quella curva può rapidamente risalire e tornare ai livelli di qualche settimana fa. Questa è la preoccupazione dei tecnici”, ha spiegato. “Il Presidente del Consiglio ha chiesto la convocazione del Comitato tecnico scientifico, ha chiesto indirizzi e indicazioni e noi le abbiamo date, abbiamo dato indicazioni classiche che devono essere date. Purtroppo, queste indicazioni coincidono con evitare gli assembramenti, evitare momenti di rischio nei quali le persone si riuniscono, tolgono la mascherina e si bevono l’aperitivo, come capita quando vediamo assembramenti di giovani fuori dai locali di ristoro – ha aggiunto – ecco quelle sono situazioni di criticità. Queste sono le cose che diciamo. Se poi queste cose si traducono nel ‘chiudiamo totalmente’ per un giorno, per due giorni, per quindici giorni, non decide il CTS ma decide qualcun altro”. Per quanto riguarda la chiusura o apertura dei ristoranti, Miozzo afferma: “anche in questo caso, non sta a noi dire se devono stare chiusi o aperti. Noi abbiamo dato delle indicazioni molte settimane fa (credo due o tre mesi fa) sulla ristorazione e devo riconoscere che in molti casi i ristoratori hanno rispettato le indicazioni che abbiamo dato. Erano indicazioni di distanziamento, di numero di posti a tavola, di distanziamento tra un cliente e l’altro ect. Molti lo hanno rispettato. Purtroppo, come spesso accade nel nostro Paese, c’è una piccola minoranza che non rispetta le regole e, quella piccola minoranza, diventa la minoranza che genera un problema collettivo. Allora anche ieri abbiamo sottolineato al Governo vicinanza e in qualche modo persecuzione per chi non rispetta le regole altrimenti ci vanno di mezzo tutti”.


 

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