La disperazione del collega del carabiniere assassinato: “Ho lasciato l’uomo che avevo fermato e provato a salvare Mario. Perdeva troppo sangue”. Sospetti su due americani

"Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell’uomo e ho provato a salvarlo, perdeva molto sangue". E’ quanto ha raccontato il collega del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso in servizio nel quartiere Prati di Roma durante il fermo di due persone per un furto avvenuto poche ore prima. Quando il militare si è reso conto che il 35enne era grave ha dato l’allarme alle altre pattuglie che si trovavano nella zona. Intanto i sospetti, secondo alcune indiscrezioni, si concentrerebbero su due cittadini americani, anche se non sarebbero i soli a finire nel mirino degli inquirenti. La macchina operativa dell’Arma, in queste ore funziona a pieno regime e probabilmente porterà risultati nelle prossime ore. E’ un vero e proprio gioco di squadra con tutte le altre forze dell’ordine. In campo i migliori uomini e donne, oltre che dei carabinieri anche di polizia e guardia di finanza. Durissimo il ministro dell’Interno Salvini: “Il primo pensiero va a questo ragazzo di 35 anni, che si era sposato da un mese e aveva appena festeggiato il compleanno e ai due bastardi – stiamo lavorando perché vengano presi il prima possibile – per cui la vita di un ragazzo di 35 anni vale un cellulare e un portafogli con 100 euro. E poi l’impegno ad assumere sempre più uomini e donne in divisa e ad accendere sempre più telecamere e a migliorare sempre più la dotazione, penso alla pistola elettrica che tra poche settimane sarà in dotazione di migliaia di uomini e donne in divisa e che spero potrà evitare altri drammi. Per il momento c’è la preghiera e l’abbraccio ai colleghi dell’arma e alla famiglia di Mario”.
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