La Consulta sentenzia il no alla doppia maternità. Gandolfini (Family Day): "Vittoria del buon senso e del mondo pro family"

“Avere due mamme è impossibile non solo per la biologia e l’antropologia umana ma anche per l’ordinamento italiano, accogliamo quindi con grande soddisfazione il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha respinto per “difetto di motivazione” la richiesta di una coppia di donne che voleva farsi riconoscere la “doppia maternità” di un bambino nei registri anagrafici del nostro Paese”, così il leader del Family Day, Massimo Gandolfini sulla decisione della Consulta sul ricorso della coppia di donne sposate secondo la legge del Wisconsin. “Il Massimo organo della giurisprudenza italiana ha riconosciuto che è inammissibile riconoscere una madre “gestazionale” e una “intenzionale”. L’eventuale continuità affettiva del minore sarà comunque tutelata, ma giustamente i giudici non possono avallare tecniche illegali in Italia come l’eterologa per persone dello stesso sesso così come non possono approvare che la figura paterna sia cancellata non da un evento drammatico ma in maniera consapevole dalla decisione egoistica di un adulto che decide di concepire un figlio orfano del papà, accedendo tra l’altro a pratiche eugenetiche di scelta e selezione dei gameti maschili in base alle caratteristiche fisiche del donatore-venditore”, prosegue il presidente del Family Day. “Il verdetto della Corte Costituzionale arriva dopo quello della Corte di Cassazione a sezioni unite dello scorso maggio che già aveva confermato che non può essere trascritto nei registri dello stato civile italiano il provvedimento di un giudice straniero che ha riconosciuto il rapporto di filiazione anche da parte del componente di una coppia dello stesso sesso che non ha legami genetici col figlio del partner. Ora spetta ai partiti proporre leggi che colpiscano il turpe mercato del turismo riproduttivo e che garantiscano al bambino il diritto ad avere un padre e una madre”, conclude Gandolfini.
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