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  • sabato 3 maggio 2025

Italia ferma, la crescita galleggia: rischio concreto di recessione

Nel secondo trimestre del 2019 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del secondo trimestre del 2018. Il secondo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2018. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo nullo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2019 risulta nulla. Poi l’Unione Italiana Consumatori: "Italia a rischio recessione. Se non ci saranno miglioramenti significativi nei prossimi trimestri, il nostro Paese è destinato ad avere per fine anno una contrazione del Pil, tornando in territorio negativo" afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. "Inoltre, è evidente che la previsione del Governo di avere una crescita per fine anno dello 0,2% è oramai palesemente sballata, considerato che la variazione acquisita è nulla. Questo significa che anche le stime sul deficit e sul debito rispetto al Pil sono da rifare, con il conseguente rischio di dover tornare a litigare con l’Europa per evitare la procedura d’infrazione" conclude Dona.


 

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