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  • mercoledì 30 aprile 2025

Inchiesta ’Angeli e demoni’, nasce Osservatorio AUPI: "Affidi non diventino business"

 “La recente indagine che ha messo in luce i casi di bambini illegittimamente sottratti ai loro genitori, denominata “Angeli e demoni” ha scosso tutta la nostra comunità professionale. Quello che è accaduto, almeno per quanto ne sappiamo fino ad oggi leggendo i giornali, ci addolora e ci indigna. E siamo certi che non c’è più tempo per stare con le mani in mano. Pertanto abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra struttura e la nostra esperienza per aiutare tutte le famiglie in difficoltà, attraverso un Osservatorio costituito da validi professionisti che si occuperà di raccogliere le testimonianze e ascoltare chiunque ne senta la necessità, nell’ambito di questa inchiesta e non solo. Invitiamo i genitori, le famiglie, a denunciare qualsiasi tipo di abuso o mancanza di rispetto delle regole che sono alla base della nostra professione”. Sono queste le parole di Mario Sellini, segretario generale dell’Associazione Unitaria Psicologi Italiani (AUPI) e della società scientifica di psicologia (Form Aupi). L’Associazione degli psicologi ha deciso di mettersi a disposizione di quanti sentono la necessità di denunciare abusi ma fino ad ora non hanno trovato il coraggio di farlo o non hanno avuto occasione di parlare con gli interlocutori giusti. L’Aupi, attraverso l’Osservatorio, cercherà di raccogliere tutte le segnalazioni e di sostenere le famiglie che ne hanno bisogno. Per Aupi i fatti di Reggio Emilia potevano essere evitati. Come? “Con la prevenzione e il rispetto della Carta di Noto”, spiega Sellini, “applicando alcune regole generali”. Innanzitutto, secondo quanto previsto dalla Carta di Noto, un minore prima di essere ascoltato come “testimone” deve essere sentito da un esperto che ne valuta l’idoneità a testimoniare. Successivamente l’esperto che coadiuva il magistrato nella raccolta della testimonianza deve essere diverso da quello che partecipa alla fase preliminare di ascolto. Inoltre, il minore, qualunque siano i risultati delle sue testimonianze, avrà comunque bisogno di sostegno psicologico. E anche in questa terza fase, delicata, l’esperto dovrà essere diverso da quello della prima e della seconda fase. Già rispettando questa regola il minore – e la famiglia di riferimento – ha maggiori garanzie. Ma ciò che è più importante e che la Carta di Noto chiarisce è la necessità di una registrazione audio – video delle sedute. “La Carta di Noto non è il Vangelo, sia chiaro – spiega Sellini – ma ci sono alcuni principi che devono essere rispettati. Chi non vuole l’audio – video probabilmente è in malafede. O ha qualcosa da nascondere. Fino ad oggi c’è stata una sorta di opacità circa l’applicazione dei principi della Carta di Noto ma a seguito dei fatti di Reggio Emilia invitiamo il legislatore a prendere in considerazione ciò che è messo nero su bianco in quel documento, che deve rappresentare la nostra guida. La Carta è una buona base di partenza per regole chiare”. L’Aupi ricorda infine il principio di innocenza anche dei genitori, i quali non possono essere messi sotto accusa prima dell’accertamento reale dei fatti. “I danni provocati a un bambino che viene strappato alla sua famiglia si ripercuotono per generazioni. È un danno talmente profondo che provoca violenza senza fine, all’interno delle famiglie”. Aupi, infine, avverte: attenzione ai contesti in cui si verificano troppi casi di affido. “In Italia – e ce ne occuperemo anche grazie all’Osservatorio – oltre al business dei migranti è in crescita quello sui minori. Non tutti hanno bisogno delle Case famiglia o strutture simili. Noi psicologi lavoriamo sulla prevenzione e cerchiamo di aiutare e stare vicino a chi ne ha bisogno. Solo in casi estremi si contribuisce a togliere un bambino alla propria famiglia”. 


 

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