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  • lunedì 5 maggio 2025

In migliaia ai funerali del Vicebrigadiere, Mario Cerciello Rega. Il Comandante dei Carabinieri: “Evitiamo la dodicesima coltellata”

Erano in migliaia ai funerali del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, assassinato a Roma con 11 coltellate da un cittadino americano. Le esequie si sono celebrate nella stessa Chiesa di Santa Croce dove un mese e mezzo fa aveva sposato la fidanzata Rosa Maria. Sulla bara, la foto del matrimonio e una maglia del Napoli, di cui Mario era appassionato tifoso. Ha presieduto la concelebrazione l’arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia. Il feretro è entrato in chiesa salutato da un lungo applauso, portato a spalla da 6 carabinieri, scortati da 4 colleghi in alta uniforme.  Lo Stato ha fatto sentire la sua vicinanza con i due vicepremier, Di Maio e Salvini, i ministri Trenta e Costa, il presidente della Camera Fico, il vicepresidente del Senato La Russa. Con loro il sindaco di Roma, dove Rega prestava servizio, Virginia Raggi, e di Somma Vesuviana, città natale di Rega, Salvatore Di Sarno.


Rosa Maria, la vedova, ha letto tra le lacrime un testo su questo tema, un post che circola da anni su Facebook tra mogli e fidanzate dei militari. Subito dopo l’Ordinario militare Santo Marcianò ha concluso il rito funebre, ricordando come oggi "l’Italia intera sia in lutto". Il feretro è stato portato a spalla fuori della chiesa, tra gli applausi. Poi, a conclusione del rito, ha preso la parola il Comandante generale dell’Arma, Nistri, che commosso ha voluto essere vicino alla famiglia e contemporaneamente far uscire l’umore dell’Arma: “Giusti i dibattiti ma oggi teniamoli fuori. Evitiamo la dodicesima coltellata. Mario è morto per tutelare i diritti di tutti, anche di una persona arrestata: insieme con lui chiediamo rispetto per tutti gli altri carabinieri che fanno il suo stesso lavoro". La cerimonia funebre è stata scandita anche dalle parole dell’Ordinario militare d’Italia mons. Santo Marcianò: "Fate anche voi, responsabili della cosa pubblica, della vita degli altri il senso della vostra vita, consapevoli che quanto operate o non operate è rivolto a uomini concreti: a cittadini e stranieri, a uomini e donne delle Forze Armate e Forze dell’Ordine, ai quali non possiamo non rinnovare il grazie e l’incoraggiamento della Chiesa e della gente. E se voi e tutti noi sapremo meglio imparare, da uomini come Mario, il senso dello Stato e del bene comune, l’Italia risorgerà. Quanto è accaduto è ingiusto e ci spinge, oggi, a levare un grido che si unisce alla tante e diverse voci che in questi giorni hanno formato un unico coro, testimoniando la straordinarietà dell’uomo e del carabiniere Mario, ma anche chiedendo giustizia e che eventi come questo non accadano più. Basta! Basta piangere servitori dello Stato, figli di una Nazione che sembra aver smarrito quei valori per i quali essi arrivano a immolare la vita".


 

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