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  • martedì 29 aprile 2025

In migliaia ai funerali del generale iraniano Soleimani

 


Enorme folla a Baghdad per i funerali del generale iraniano Qassem Soleimani e del comandante delle milizie sciite irachene Abu Mahdi al-Muhandis, ucciso in un raid all’aeroporto della capitale irachena. Dalle prime ore del mattino migliaia di persone sono scese in piazza agitando bandiere irachene e delle milizie sciite, al grido di “morte all’ America”. Il corteo, a cui partecipa anche il premier iracheno Adel Abdul-Mahdi, si snoda tra le strade di Baghdad e i partecipanti recano ritratti di Soleimani e del leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei. Il corpo di Soleimani stasera tornerà in Iran dove lo attendono tre giorni di cerimonie prima della sepolture a martedì nella sua città di Kerman. Sulla morte del generale iraniano anche le parole di Trump, che ha ordinato la sua morte: “Abbiamo agito per fermare una guerra, non per iniziarla”. Il generale Soleimani “stava progettando attacchi imminenti contro diplomatici e militari americani”, ha ribadito Trump, aggiungendo: “Ma l’abbiamo colto in flagrante e lo abbiamo eliminato”. Immediata e senza nessun passo indietro, la replica dall’Iran alle parole del Presidente americano: L’Iran ha promesso una “dura vendetta” per l’uccisione a opera degli Usa a Baghdad di Qassem Soleimani il generale a capo della forza al Quds artefice del rafforzamento dell’influenza militare di Teheran in Medio Oriente. Il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniano, presieduto dall’ayatollah Ali Khamenei, ha promesso una “dura vendetta” “al momento e nel luogo opportuni” per l’uccisione, bollata come “il più grande errore strategico degli Stati Uniti nell’Asia occidentale”. Soleimani, 62 anni, era considerato il secondo uomo più potente dell’Iran, dopo Khamenei. L’attacco notturno, autorizzato dal presidente Donald Trump, è una svolta drammatica nella “guerra ombra” combattuta in Medio Oriente tra l’Iran e gli Usa e suoi alleati, soprattutto Arabia Saudita e Israele. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha detto che il raid mirava a fermare “un attacco imminente” che avrebbe messo a rischio le vite di americani nel Medio Oriente. Ma i democratici all’opposizione dicono che il presidente repubblicano ha aumentato i rischi di violenze in una regione già pericolosa. Pompeo, intervistato da Fox News e CNN, non ha voluto discutere i dettagli della presunta minaccia, ma ha detto che è stata “una valutazione basata sull’intelligence” a far propendere il presidente per l’attacco a Soleimani. In un tweet, Trump ha detto che Soleimani ha “ucciso o ferito gravemente migliaia di americani in un lungo periodo di tempo, e complottava per ucciderne molti altri”.


 

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