In carcere il vertice dei gruppi ultras della Juventus. Arresti e misure cautelari

Blitz della Polizia nella curva della Juventus: i capi e i principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Torino, che ha portato all’emissione da parte del gip di 12 misure cautelari. Le accuse nei confronti degli ultras sono, a vario titolo, associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. In corso anche decine di perquisizioni in diverse città italiane. L’indagine, condotta dalla Digos e dal gruppo criminalità organizzata della procura, coinvolge tutti i principali gruppi del tifo organizzato: ’Drughi’, ’Tradizione-Antichi valori’, ’Viking’, ’Nucleo 1985’ e ’Quelli... di via Filadelfia’. Sei dei coinvolti nell’inchiesta sono finiti in carcere, altri quattro ai domiciliari mentre due hanno obbligo di dimora. Gli indagati sono Geraldo Mocciola di 56 anni, Salvatore Cava di 51 anni, Sergio Genre di 43 anni, e Luca Pavarino di 51 anni, tutti del gruppo Drughi. Facenti parte di "Tradizione - Antichi valori" sono Umberto Toia di 54 anni, Massimo Toia di 54 anni e Corrado Vitale di 45 anni. Dei Viking indagati Fabio Trinchero di 48 anni e Roberto Drago di 47. Gli ultimi indagati sono Cristian Fasoli di 42 anni appartennte al gruppo "Nucleo 1985" e Giuseppe Franzo, 55enne leader del gruppo "Quelli di via Filadelfia".
Nell’ambito della medesima indagine sono stati stati denunciati 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso, di cui 17 dei “Drughi”, 2 dei “NAB”, uno dei “Viking”, uno di “Tradizione” e quattro dei “Drughi” (quest’ultimi anche per associazione a delinquere).
"Quella dei Drughi era un’organizzazione di tipo militare: le persone, anche più fidate, venivano allontanate se non rispondevano alle indicazioni del capo indiscusso Dino Mocciola. Queste sono persone che fanno della violenza uno stile di vita. Il tifo è un pretesto. Nemmeno la presenza dei bambini li fermava", ha detto il procuratore aggiunto Patrizia Caputo che, assieme al magistrato Chiara Maina, ha coordinato l’inchiesta sui gruppi ultra’ bianconeri.
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