Già riposto nel cassetto lo ius culturae, M5s e Pd ci ripensano e non rischiano

Non era certamente cosa fatta, ma l’ipotesi di una discussione in tempi brevi di una proposta di legge per riconoscere lo ius culturae, ovvero la cittadinanza ai figli dei migranti, si è immediatamente arenata, dopo le perplessità espresse sul provvedimento da numerosi esponenti proprio di quelle forze politiche, Pd e M5S, che dovevano sostenerlo, discuterlo ed approvarlo. Alessia Morani, sottosegretaria allo Sviluppo, apre il caso nel Pd. ’Aprire ora il dibattito sulla legge è un errore’, scrive su Fb. ’Lo ius culturae è un principio sacrosanto, ma ora non sarebbe compreso, considerate le tossine di razzismo inoculate da Salvini. Aspettiamo giugno del 2020’, scrive.
’Giovedì riprende la discussione, ma siamo lontani dall’avere un testo base. Ora in commissione ci sono altre priorità come il conflitto di interessi e il taglio dei parlamentari’, frena anche il presidente M5s della commissione Affari Costituzionali Brescia. "Salvini sbraita, la Meloni raccoglie le firme contro, persino dal Pd qualcuno spiega che non è il momento - dice Matteo Orfini, deputato del Pd -. Strano, il momento per superare una atroce discriminazione che colpisce anche tanti bambini non arriva mai in questo paese. E invece il momento è proprio questo. Lo ius culturae si può approvare in poche settimane. Senza tentennamenti, senza paura e senza subalternità agli argomenti della peggiore destra".
Lo ius culturae "non è oggi una priorità", afferma e ripone nel cassetto la proposta il ministro degli Esteri e capo politico del M5s Luigi Di Maio a ’Non è l’Arena’ su La7, sottolineando che il governo ora ha altre priorità.
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