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  • martedì 29 aprile 2025

Galli e Burioni ci mettono in guardia sulla ripartenza di Covid

 


 


“Temo che forse è stato detto troppo a favore di una certa rilassatezza sottolineando con frequenza che il virus si fosse indebolito. Poi però sono venuti fuori una serie di focolai che dimostrano che in realtà non si è indebolito per niente”. Lo afferma Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive del Sacco di Milano in una intervista alla Stampa.


“L’autunno è lontano e non so cosa capiterà, di certo però dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza”, afferma il professore.


A Padova “è stata isolata una sequenza del Coronavirus non legata al ceppo tedesco ma che somiglia vagamente a quella dei due coniugi cinesi curati al Centro Spallanzani di Roma”, ha detto Galli. Come se lo spiega? “Con quella che chiamerei ‘l’ipotesi della banalità’ e cioè che sia anche possibile che in questi mesi sia stato presente più di un ceppo, ma questo che abbiamo isolato su Padova non è stato per nostra fortuna altrettanto contagioso e diffuso come quello arrivato dalla Germania. In questi casi l’unica cosa che possiamo fare è lavorare molto, studiare molto e non innamorarci delle ipotesi altrimenti rischiamo di prendere cantonate”.


 


Burioni: “Il virus è pronto a ripartire come è accaduto in Spagna”


 


"Il virus è pronto a ripartire come ha fatto in Spagna". E’ quanto scrive Roberto Burioni su Medical Facts, dove commenta uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine sui decessi in Italia e l’impatto del Covid-19 sulla mortalità generale. "Numeri su cui riflettere di fronte alle incognite che ancora permangono", evidenzia Burioni in un articolo dal titolo "non si scherza con i numeri". "In questi giorni si ascoltano molte sterili e inutili discussioni. Alcune sono quelle che tentano di predire un futuro estremamente incerto; altre sono quelle che continuano a dibattere se chi è deceduto è morto ’con il coronavirus’ o ’per il coronavirus’". "Questa seconda discussione -dice Burioni- è surreale, in quanto basta guardare questo grafico, da poco uscito su una prestigiosa rivista, che mostra quante persone sono morte in ben 1.689 comuni italiani (più del 20% del totale) nei primi mesi degli anni dal 2015 fino al 2020. Come potete vedere, fino alla settimana del 23 febbraio 2020 le persone morivano esattamente nella stessa misura degli anni precedenti. Da quel momento il numero dei morti si è impennato. Negli anni precedenti morivano mediamente 4-5000 persone a settimana; dal 15 al 28 marzo abbiamo superato i diecimila decessi a settimana. Il fatto che questi morti in eccesso siano stati per lo più uomini e siano stati concentrati in Lombardia suggerisce fortemente che questo eccesso di morti sia legato al coronavirus".


 

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