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  • mercoledì 30 aprile 2025

Ex Lsu e precari storici della scuola, parte il confronto tra Sindacati e Governo

 


Incontro a Roma, presso la sede del ministero dell’Istruzione, tra governo e sindacati sull’attivazione dell’internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole statali. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil, che hanno già proclamato una giornata di sciopero dei 16 mila addetti ex Lsu e appalti storici per il 15 ottobre prossimo, supportata da una manifestazione nazionale unitaria a Roma (in piazza Montecitorio), chiedono “il rispetto dei tempi previsti dalla legge di bilancio sulla stabilizzazione del servizio e continuità occupazionale per tutti i lavoratori, anche a fronte dell’avvio delle procedure di licenziamento collettivo comunicate dalle imprese del settore affidatarie ed esecutrici degli appalti nell’ambito della Convenzione Consip Scuole”.


In un volantino unitario diramato tra i lavoratori, i sindacati denunciano“il ritardo nella pubblicazione del decreto interministeriale, congiuntamente al ritardo nell’attivazione di un tavolo di confronto con la presidenza del Consiglio, il ministero dell’Istruzione, il ministero del Lavoro, il ministero dell’Economia e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil per trovare soluzioni per la tutela di tutti i lavoratori”. E ancora, affondano i sindacati, “nonostante le sollecitazioni il governo ha iniziato il percorso per l’internalizzazione in ritardo e senza avere piena conoscenza del numero e delle caratteristiche dei lavoratori coinvolti”.


Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti “non si può perdere altro tempo” e “non è accettabile che un percorso che può mettere fine ad anni di difficoltà, ma anche di accordi che hanno rappresentato continuità di lavoro e di servizio, si concluda con i licenziamenti e la perdita di posti di lavoro”. L’obiettivo è che “l’internalizzazione si realizzi subito e al tempo stesso si costruiscano risposte per tutti i lavoratori oggi occupati negli appalti, recita il volantino che punta il dito contro “chi non si preoccupa di cosa succederà a chi rimane fuori da questo positivo percorso e vuole dividere e strumentalizzare i lavoratori; così come le imprese, che in questi lunghi anni hanno guadagnato con gli appalti scuole e alcune, troppe, hanno avuto comportamenti inaccettabili lucrando sui lavoratori, a partire dai mancati pagamenti degli stipendi, non possono pensare di chiamarsi fuori senza contribuire a trovare soluzioni”.


 

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