Emozione e dolore per la morte di Felice Gimondi

Lutto nel mondo del ciclismo: è morto Felice Gimondi. Il grande campione è stato colto da malore nel pomeriggio di venerdì , mentre faceva il bagno in mare nella spiaggia di contrada Recanati a Giardini Naxos, in Sicilia, dove si trovava in vacanza con la moglie.
Inutile ogni tentativo di soccorso da parte dei bagnini e del 118. Sul posto è intervenuta la Guardia Costiera di Giardini che ha avviato gli accertamenti del caso.
Poi le reazioni alla morte del grande sportivo: "Ho avuto un solo idolo nella mia vita. Felice Gimondi. Ogni volta che lo vedevo era un’emozione perché quando ti innamori di un campione è per tutta la vita. Sei stato un grande Felice" ha scritto via Twitter il Ct della nazionale di ciclismo, Davide Cassani. "Ho avuto la fortuna di vivere tutta la sua carriera da vicino - ha poi aggiunto Cassani all’AdnKronos - nel ’73, quando vinse i mondiali organizzai la trasferta a Barcellona delle squadre nazionali, per cui da lì in poi ho potuto godere di tutti i suoi successi. E conoscere sempre di più l’uomo’’.
Il suo ultimo Giro d’Italia lo corse nel 1978, l’ultimo vinto fu quello del 1976 ma in carriera i suoi successi hanno superato il centinaio: 118 per la precisione le vittorie da professionista nonostante l’ingeneroso soprannome di ’eterno secondo’, affibbiatogli negli anni dello strapotere del ’cannibale’, Eddy Merckx. Gimondi, bergamasco roccioso di Sedrina, all’imbocco della Val Brembana, classe 1942, ha amato la strada e praticato la pista per chiudere come dirigente sportivo una carriera aperta nel 1959 da allievo: prima vittoria l’1 maggio 1960 alla Bergamo-Celana, passando dilettante nel 1962 e arrivando a rappresentare l’Italia ai Giochi olimpici di Tokyo, 33esimo nella prova su strada vinta dal connazionale Mario Zanin. Professionista dal 1965 al 1979, Gimondi può vantare, con pochi altri colleghi, la vittoria di tutte le tre grandi gare ciclistiche: il Giro d’Italia, nel 1967, 1969 e 1976, il Tour de France nel 1965 e la Vuelta a España nel 1968. Incassò inoltre il campionato del mondo su strada del 1973, una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia. Il confronto diretto con Merckx ha contraddistinto gran parte della carriera di Gimondi e nel loro eterno duello il bergamasco ha battuto il belga in termini di maggiore longevità sportiva: prima vittoria ai massimi livelli al Tour del 1965 e ultima al Giro del 1976. Due le squadre che hanno consentito a Gimondi di crescere e affermarsi e che lui ha ricambiato contribuendo a farle grandi: del 1965 al 1972 corse per i colori della Salvarani e dal 1973 al 1979 per quelli della Bianchi. Dopo il ritiro prese la direzione sportiva della Gewiss-Bianchi nel 1988 e nel 2000 la presidenza della Mercatone Uno-Albacom, la squadra di Marco Pantani. Dal 1996 in suo onore si tiene, in provincia di Bergamo, la Granfondo internazionale Felice Gimondi, patrocinata dalla Bianchi.
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