Autostrade, l’accusa di Anac: "I Concessionari non fanno investimenti"

Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ha approvato i risultati dell’indagine conoscitiva (avviata dopo il crollo del ponte Morandi di Genova) sui concessionari autostradali che hanno realizzato una percentuale di investimenti inferiore al 90% di quelli previsti. L’Anac si è basata sulla relazione del Mit relativa all’"attività nel settore autostradale" del 2016. Il documento dell’Anac ha verificato che 13 dei 19 concessionari interpellati avevano realizzato investimenti per una percentuale inferiore al 90% di quelli programmati ed altre 6 hanno effettuato investimenti inferiori al 90% relativamente a taluni singoli interventi. L’Autorità inoltre ha verificato scarsa attuazione delle norme sui controlli da effettuare sui manufatti e suggerisce verifiche periodiche sulle opere d’arte e di prevedere "l’obbligo, se necessario, di intervenire tempestivamente per riportare in sicurezza le opere medesime". È strabiliante la lettura della tabella dalla quale emergono concessionarie che rispetto all’impegno di spesa previsto nel Pef (Piano economico finanziario) hanno investito solo l’1 o il 2 o il 3%. Basti vedere che Autostrade per l’Italia si ferma al 2,3% dei 10 miliardi e 600 milioni previsti. La società ha comunicato spese di manutenzione complessive che riguardano anche altri interventi. La società ha comunicato spese di manutenzione complessive che riguardano anche altri interventi. La convenzione è scaduta nel 2011, nell’atto aggiuntivo disciplinante il periodo compreso tra il 2011 e la data di subentro del nuovo concessionario (intervenuto nel marzo 2018) non erano previsti investimenti. La società non ha indicato l’importo delle spese di manutenzione sulle opere d’arte. Dalla documentazione trasmessa non è stato possibile estrapolare le manutenzioni effettuate sulle opere d’arte. Se si legge questo documento di Anac nell’ottica dei continui adeguamenti tariffari chiesti, e spesso ottenuti, dai concessionari autostradali non si può non chiedersi quali siano stati i motivi di aumenti tariffari anche del 10% . Passi in avanti importanti si stanno facendo con la recente proposta dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) che prevede di collegare le variazioni tariffarie agli investimenti effettivamente sostenuti e non più a quelli semplicemente programmati. In base ai dati di Anac è anche facile spiegarsi la rivolta dei concessionari autostradali contro questa proposta ed i tempi lunghi con cui la si sta valutando.
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