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  • domenica 25 maggio 2025

Addetti alle pulizie nelle scuole, in 4000 senza un impiego dal 1° marzo

 


Sciopero in tutta Italia delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti per la pulizia delle scuole. Presidio nazionale a Roma in piazza Montecitorio. A motivare la protesta è la mancata internalizzazione di circa 4 mila addetti, che dal 1° marzo resteranno senza lavoro. “Mercoledì 8 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle domande on line per la procedura selettiva che porterà all’immissione in ruolo di quanti oggi occupati negli appalti di pulizie delle scuole statali”, spiega una nota della Filcams Cgil: “Ancora non si conoscono i numeri precisi di quanti hanno presentato domanda, degli idonei e di quanti saranno coinvolti nell’assunzione e in quale modalità, se full time o part time. Poco più di 16 mila sono le persone dichiarate dalle società che lavorano oggi in appalto, 11.236 i posti a disposizione, che potrebbero aumentare se parte delle assunzioni saranno, come previsto dal ‘decreto scuola’, con contratto a part time. Se non ci saranno concreti interventi entro i prossimi due mesi, a rischiare il posto di lavoro saranno probabilmente oltre 4 mila persone”.


Per Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil, le prospettive per molti addetti sono di “rimanere senza lavoro o con l’orario dimezzato e salari più bassi”.L’esponente sindacale evidenzia che, “nonostante le azioni messe in campo in questi mesi dalle organizzazioni dei lavoratori, con mobilitazioni, scioperi e incontri, abbiano portato a dei risultati, come alcune modifiche e integrazioni apportate al ‘decreto scuola’, siamo ancora lontani dall’individuazione di una soluzione per tutti”. Cgil, Cisl e Uil confederali hanno reiterato la richiesta di attivazione di un tavolo interministeriale per affrontare complessivamente la vertenza. ‘‘Un intervento non più rinviabile, visto che le imprese hanno da tempo avviato le procedure di licenziamento collettivo che, dopo l’incontro al ministero del Lavoro previsto per giovedì 23 gennaio, rischiano di diventare effettive”, conclude Bernardini: “Il governo, i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, le stesse imprese devono assumersi la responsabilità di trovare le soluzioni necessarie per garantire occupazione e reddito a tutti’’.


 

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