A Nazareth l’ospedale cattolico che parla arabo e cura in ebraico
La storia di questo nosocomio è quella di molte missioni cattoliche: ha rischiato diverse volte la chiusura, è stato requisito in occasione di entrambe le guerre mondiali e oggi dà lavoro a 600 dipendenti ed effettua 2400 parti all’anno. Gli ospiti sono in gran parte arabi, quindi «in ospedale parliamo arabo, scriviamo in inglese ma curiamo in ebraico» spiega Bishara Shoukair, il quale sottolinea che la dotazione tecnologica e l’organizzazione sono perfettamente integrate nel sistema sanitario israeliano, che è basato su un sistema di assicurazioni (che coprono 153 dei 163 milioni di shekel di fatturato) e opera con una logica di libero mercato.
Negli ultimi anni è stata rinnovata radicalmente l’intera struttura con la costruzione di una nuova ala e oggi, con 12mila mammografie all’anno, il Sacra Famiglia-Fatebenefratelli è il primo centro del Nord Israele nella diagnosi e cura del tumore al seno. E’ anche il più grande centro di colonscopia ed endoscopia. Primati che in Medioriente hanno un peso diverso rispetto all’Europa, riconosciuti dal severissimo sistema di accreditamento isrealiano e ottenuti attraverso continui investimenti, che condurranno la struttura a chiedere la certificazione della Joint Commission International, cioè la più alta nel mondo ospedaliero.
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