Covid-19, in Spagna impennata di contagi. Francia valuta la chiusura delle frontiere. Grave la situazione anche in Romania

I nuovi contagi da coronavirus in Spagna hanno raggiunto un nuovo picco dall’8 maggio, con 628 infezioni nelle ultime 24 ore. Lo riferiscono diversi media spagnoli, che segnalano una maggiore incidenza in Aragona e Catalogna, dove le autorità continuano a varare misure per contenere la malattia. La situazione della Spagna, dove l’epidemia sembra aver ripreso vigore, preoccupa e non poco la Francia. Al punto che Parigi valuta una nuova chiusura delle frontiere con Madrid. Visti i nuovi focolai in Spagna, infatti, il primo ministro francese Jean Castex non esclude una simile ipotesi. Interpellato sulla situazione in Catalogna, durante una visita nella città di Prades, nei Pirenei orientali, Castex ha sottolineato che il governo francese "sta monitorando molto attentamente" gli eventi, "perché è un argomento reale che dobbiamo anche discutere con le autorità spagnole". Seria la situazione anche in Romania dove pende “uno tsunami” di contagi. L’avvertimento arriva da un direttore di un ospedale di Timisoara al terzo giorno di aumento dei casi nel Paese, con 777, 799 e 889 positivi registrati da metà settimana. La situazione nel Paese è stata complicata dalla decisione della Corte costituzionale romena in base alla quale le autorità non hanno il potere di imporre la quarantena, il ricovero o l’isolamento. La decisione ha portato alle dimissioni di 900 persone contagiate. Il presidente romeno Klaus Iohannis ha firmato un emendamento alla legge sulla quarantena che stabilisce che i pazienti possono essere monitorati per 48 ore al massimo, in seguito alle quali un medico deve stabilire se possono essere dimessi.
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