Sempre più complicata una Brexit radicale per Boris Johnson. Perde un seggio alla Camera dei Comuni e la sua maggioranza è strettissima (1 voto solo)

Con la sconfitta alle suppletive di Brecon e Radnorshire, Galles, piccoli centri difficili da trovare anche su una cartina geografica, il neo-premier britannico conservatore Boris Johnson si ritrova con una maggioranza di un solo seggio ai Comuni. Questo dimagrimento della maggioranza conservatrice in parlamento, in realtà, è più simbolica che fattuale, dato che ai Comuni c’è già una maggioranza che ha respinto l’accordo per la Brexit concluso da May e si oppone chiaramente alla prospettiva del ‘no deal’. Ma il segnale per Johnson è comunque negativo.
Con quali opzioni, ora, si ritrova il premier britannico? Secondo un’analisi di Bloomberg, la più probabile è che si arrivi presto a nuove elezioni in Gran Bretagna. Ma gli scenari sono svariati: ecco i principali.
– Johnson non ottiene un nuovo accordo con l’Ue, tenta di far passare la Brexit in versione ‘no deal’, ma il parlamento lo blocca. A quel punto sarebbe praticamente inevitabile andare alle urne anticipatamente. E per il partito Labour sarebbe quasi inevitabile proporre un nuovo referendum sull’uscita dall’Ue.
Johnson non ottiene un nuovo accordo con l’Ue e, stoppato dal parlamento, opta per un nuovo referendum sulla Brexit.
– Johnson, al rientro dalla pausa estiva del parlamento, non sopravvive a un voto di sfiducia e la Gran bretagna va alle urne anticipatamente.
– Nuovo rinvio della Brexit ed elezioni convocate su richiesta dello stesso Johnson in seguito alla totale indisponibilità dell’Ue a negoziare un nuovo accordo, messa sul piatto a un vertice europeo ad ottobre.
– Johnson ottiene una nuova formulazione della clausola di backstop, che evita il ritorno di una frontiera reale tra Irlanda e Irlanda del Nord. Se il parlamento britannico approva, si procede alla Brexit, altrimenti si va alle urne.
– Johnson ottiene una nuova formulazione della clausola di backstop e, complessivamente, un nuovo accordo e lo sottopone a voto popolare.
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