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  • sabato 3 maggio 2025

Renzi spariglia il quadro politico e fa traballare il Pd

 


Matteo Renzi spariglia il quadro politico e punta a fare quello che era sempre nell’aria e mai però si era manifestato ufficialmente: il suo nuovo partito. L’occasione è ghiotta per tornare al centro della scena politica. Può contribuire alla formazione di un Governo di scopo, grazie alla folta pattuglia di deputati e senatori del Pd che non sono nella disponibilità di Zingaretti e che sono, pensate, quasi l’80%. In numero che garantirebbe sicurezza, sempre che se ne verifichino le condizioni, ovvero la ricerca da parte del Capo dello Stato di una maggioranza alternativa all’attuale. Se il M5S accettasse questa strada i numeri potrebbero anche esserci, visto che oltre al pattuglione renziani, al resto del Pd, che a quel punto non dovrebbe tirarsi indietro, a Leu e Sinistra Italiana ed ad altri paramentari sparsi, come il socialista Nencini, la Bonino ed il suo piccolo gruppo ed alcuni altri sganciati dal centrodestra. In nuna intervista al Corriere della Sera, Matteo Renzi precisa la sua posizione: tanto per chiarire subito di cosa stiamo parlando ha definito “folle” l’idea di votare subito. “L’appello è a tutti: a Grillo, Cinque stelle, alla destra, alla sinistra, a Leu, Forza Italia, la Lega, autonomie, al Pd. Prima di andare a votare si mettano a posto i conti e si mettano in sicurezza i risparmi degli italiani”. “Il nome che preferisco – precisa – è governo istituzionale perché le istituzioni sono una cosa seria, non sono la spiaggia del Papete ma sono i Palazzi nei quali si affrontano i problemi degli italiani”. Per l’ex segretario, “dopo il governo no Tav, questo sarebbe il governo no Tax”, un “governo salva conti”. Sull’ipotesi di Renzi arriva l’apertura di Dario Franceschini, secondo cui bisogna “discutere senza rancori e senza rinfacciarsi i cambiamenti di linea”. L’apertura renziana, al momento, non viene raccolta da Nicola Zingaretti, non è un no, ma un forse: “Di fronte a una leadership della Lega che tutti giudichiamo pericolosa e che si appella al popolo in maniera spregiudicata – spiega – è credibile imbarcarsi in un esperienza di governo Pd-5 stelle (perché di questo stiamo parlando) per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni? Su cosa? Nel nome della salvaguardia della democrazia? Io con franchezza credo di no”. Per Zingaretti non devono essere cercate “scorciatoie”. “Occorre dunque prepararsi – scandisce – con coraggio e passione alla battaglia politica. Non dobbiamo avere paura ma proprio nel nome dei rischi per la democrazia dobbiamo chiamare alla mobilitazione gli italiani”. Sulla stessa linea di Zingaretti, Carlo Calenda. “E’ folle – attacca – quello che tratteggia Renzi, è un tentativo di prendere qualche mese in più, nel frattempo levare le castagne dal fuoco con un governo tecnico che dovrebbe fare una manovra lacrime e sangue, votandola assieme al Movimento 5 Stelle e a Forza Italia per avere infine Salvini al 60%”. Il senatore di Rignano ribatte a stretto giro di posta elettronica: “L’Italia – scrive su Facebook – viene prima delle correnti di partito. In Parlamento ciascuno di noi dovrà votare: io sono convinto che ci sia una maggioranza per un Governo istituzionale che salvi l’Italia. Chi dirà no, si assumerà la responsabilità davanti al Paese di consegnare alla destra estremista il futuro dei nostri figli”.


 


 

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