Prescrizione, l’ultima battaglia. Il M5S vuole la Legge il Pd le modifiche
Scontro tra M5S e Pd sulla prescrizione. Su Facebook il capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio ha scritto: “Sulla prescrizione credo sia opportuno mettere le cose in chiaro. La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo. Se qualcuno sbaglia deve pagare, non può farla franca perché il processo si è dilungato. Dalle dichiarazioni di ieri ho capito che il Pd vorrebbe votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi. Sarebbe un Nazareno 2.0, ma avrò capito male io…”.
A Di Maio ha risposto Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato: “Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro.
Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare ora, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni”.
“Il PD non cerca e non vuole lo scontro e la rottura sulla giustizia, ma la pazienza non è infinita”, ha dichiarato a sua volta Alfredo Bazoli, capogruppo PD in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati ed esponente di Base Riformista. Gli fa eco Walter Verini, membro della Commissione Giustizia della Camera: “I toni ultimativi e ai limiti dell’arroganza politica che usa Di Maio su alcuni temi, come quello della prescrizione, non solo sono inaccettabili ma colpiscono direttamente il lavoro del Presidente del Consiglio Conte, iI quale proprio stamattina, in una intervista, aveva dichiarato: ‘stiamo già lavorando a un compromesso la prescrizione col primo grado di giudizio è una soluzione assolutamente sostenibile ma sicuramente va corredata con misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo – troveremo sicuramente una soluzione sostenibile a tutela di un giusto processo”. Di Maio esprime invece una posizione gravemente rigida e opposta a quella del Presidente Conte, il cui impegno per una sintesi rischia di venire gravemente minato e vanificato”. Gianfranco Librandi di Italia Viva ha commentato: “Se Di Maio vuole che dal primo gennaio l’Italia abbia una legge che rende infiniti i processi, non lo farà con i nostri voti e il nostro sostegno”.
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