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  • mercoledì 30 aprile 2025

Patto per le Migrazioni, Sassoli: "L’Ue vuole riformare la propria politica"

 


"In questi giorni la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato la proposta di riforma della politica di asilo e immigrazione dell’Unione europea. Sono sicuro che nei prossimi mesi potremmo lavorare insieme per definire una risposta europea che sia all’altezza della nostra storia e della nostra umanità". Così David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, nel corso del suo intervento al convegno "La religione del migrante: una sfida per la Società e per la Chiesa", promosso dall’Università Cattolica di Roma con la Conferenza Episcopale Italiana per la 106esima Giornata Mondiale del Migrante. "Lo vediamo ogni giorno: le migrazioni - aggiunge - sono un fenomeno globale, complesso, allo stesso tempo, una priorità e un’emergenza che la comunità internazionale deve affrontare insieme. Le stesse definizioni di migrante, rifugiato, sfollato, apolide racchiudono al loro interno dei significati e dei vincoli diversi. Secondo i dati delle Nazioni Unite nel 2019 ci sono stati circa 272 milioni di migranti internazionali, un equivalente pari al 3,5% della popolazione mondiale. L’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati evidenzia che alla fine dello stesso anno almeno 79,5 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette a lasciare le loro case. Tra di loro ci sono quasi 26 milioni di rifugiati, di cui circa la metà di età inferiore ai 18 anni . Secondo il presidente del Parlamento europeo questa è un’emergenza umana e sociale di fronte alla quale non possiamo più rispondere con la cultura dell’indifferenza ma dobbiamo adottare invece un approccio coordinato basato sui principi della solidarietà, della responsabilità. In questa sfida così importante l’Unione europea vuole indicare una via diversa riformando la propria politica di immigrazione e asilo non più dettata dalla paura e dall’incertezza". Per avere un sistema di governance mondiale del fenomeno migratorio, è urgente consolidare le leggi comuni che regolano la convivenza civile. "In questo senso la religione non può essere considerata solamente un bene privato. La storia dei grandi flussi migratori ci insegna che questo elemento, insieme ai suoi simboli e i suoi valori, costituisce non solo un bene prezioso ma anche un ponte, un potente strumento che facilita percorsi di comprensione, di integrazione e di inclusione sociale", prosegue, per cui "servono regole che umanizzino i meccanismi globali e questo lo può fare solo l’Europa in questo momento. Per questo dobbiamo lavorare in modo costruttivo su politiche concrete e realistiche".


 

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