Mattarella al Tempio Maggiore ebraico di Roma: “Sentimenti di riconoscenza alla Comunità della Capitale”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nella mattinata di venerdìi al Tempio Maggiore di Roma per una visita privata alla Comunità ebraica della capitale. "Riconoscenza alla comunità ebraica romana per il contributo che ha recato al nostro Paese per storia, cultura, civiltà, vita sociale e delle istituzioni. Un contributo di altissimo livello. E’ questa diversità di apporti la ricchezza del nostro Paese", ha detto il presidente Sergio Mattarella nel discorso durante la sua visita privata. Ecco il testo integrale dell’intervento del Capo dello Stato:
Vi ringrazio, ragazzi e ragazze, di questa accoglienza. Vorrei ringraziare molto il coro. Siete bravissimi! E vorrei ringraziare la Presidente Dureghello e Rav Di Segni per avermi offerto questa opportunità di incontrarvi qui nel Tempio Maggiore, nel corso di questa visita che in questo modo si conclude nella maniera più calorosa e più allegra: con voi, ragazzi.
La visita che ho chiesto di svolgere per recare un saluto alla Comunità ebraica romana è per rendere omaggio a questa comunità molto antica, credo la più antica d’Europa.
Vedete, bambini e ragazzi, quando ero giovane ho vissuto a lungo a Roma e mi sentivo romano. Ma già alle elementari alcuni amici e compagni di scuola mi presentavano un vecchio detto popolare romano: che si può essere romani soltanto se si hanno alle spalle sette generazioni nate a Roma.
Voi avete 2.200 anni alle spalle. Sono ben pochi a Roma quelli che possono sentirsi più romani di voi. Questa considerazione così ovvia, d’altronde, mi induce a esprimere riconoscenza alla comunità ebraica italiana – e saluto la Presidente Di Segni - per il contributo che ha recato al nostro Paese nella sua storia, nella sua cultura, nella sua arte, nella sua civiltà, nella sua vita sociale e in quella delle istituzioni.
È un contributo di altissimo livello – come ha detto poc’anzi così bene Rav Di Segni – con il proprio carattere, le proprie specificità, la propria cultura.
Questa differenza, questa diversità di apporti è la ricchezza del nostro Paese.
La democrazia esiste proprio perché dà voce alle diversità, ai contributi differenti che vi sono nella società. E il contributo recato dalla Comunità ebraica nel nostro Paese è decisivo nella storia d’Italia.
Non sempre questo è stato compreso. Vi sono stati tanti periodi di sofferenza.
Ottantadue anni fa, l’Italia ha vissuto la vergogna delle leggi sulla razza; vi sono stati momenti drammatici pochi anni dopo, crudeli e tragici. Ma il contributo della Comunità ebraica italiana è un pilastro del nostro Paese.
E, in più, la nostra Costituzione –che poc’anzi Rav Di Segni ha ricordato - con il suo articolo 3 conclude, in maniera irreversibile e definitiva, la ricchezza degli apporti al nostro Paese, sottolineando l’eguaglianza di ciascuno e quanto sia importante rispettare le specifiche diversità di ciascuno.
Vorrei esprimere anche, Presidente Dureghello, la mia riconoscenza. Ho conosciuto figure che non dimentico: indimenticabile davvero è il Rabbino Elio Toaff, la Presidente Tullia Zevi, il Presidente Renzo Gattegna cui invio gli auguri per la sua salute.
Vi sono dei momenti che non si dimenticano. E queste figure, insieme a tante altre, della Comunità ebraica italiana e romana, hanno recato contributi di tale valore che io esprimo riconoscenza per quanto hanno fatto e quanto hanno donato al nostro Paese.
Non mi dilungo più, non voglio annoiarvi. Ma vi ringrazio ancora per la vostra presenza.
Vorrei salutarvi con un’espressione ebraica molto bella, che è un inno alla vita: l’chaim. E, visto che mancano poche ore al tramonto - e come ha detto Rav Di Segni - domani qui al Tempio Maggiore ci si riunirà per la preghiera, vi auguro Shabbat Shalom!
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