Ironia e polemiche sul blitz ai citofoni di Salvini alla periferia di Bologna

Come prevedibile, esplode sul web e sui social il caso del ‘blitz’ messo a segno ieri sera da Matteo Salvini nel quartiere del Pilastro, alla periferia di Bologna, dove il leder della Lega ha suonato ad alcune famiglie tunisinefacendo domande al citofono: “Buongiorno. Scusi, lei spaccia?“. Oppure: “Ci hanno segnalato che spacciate. È vero?“. In tantissimi si sono scagliati contro il sopralluogo del leghista, gridando alla violazione della privacy delle famiglie interpellate, di cui sono state mostrate immagini dei palazzi in cui vivono, dei campanelli e sono state diffuse addirittura informazioni sul piano a cui si trova l’appartamento. Questa mattina sui social non si parla d’altro, tanto che l’hashtag #Salvinicitofona svetta in testa alla classifica di Twitter. Moltissimi anche i commenti ironici, che chiamano in causa i testimoni di Geova o i venditori porta a porta. Tanti poi ricordano la foto che ha fatto scandalo mesi fa, in cui Salvini era insieme al capo ultras del Milan, condannato per spaccio. E si chiedono: “A lui non lo chiedi se spaccia?”. Altre persone invitano Salvini ad andare a citofonare in Sicilia o in Calabria, a casa di mafiosi o ‘ndranghetisti. Non mancano poi i meme di turno o le card con la frase ‘Lei spaccia?’ e le foto di citofoni. C’è chi ricorda le gag al citofono di Aldo Giovanni e Giacomo. Il sindacato della Filcams la butta in ridere e invita ad “aprire solo alla visita fiscale”. In tanti, poi, ironizzano sul fatto che allora bisognerebbe andare a citofonare a casa i Salvini per chiedergli: “Scusi, è vero che lei ha rubato 49 milioni?“.
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