Il programma di Gentiloni nei quiz dell’Europarlamento. Pubblicate le risposta provvisorie

Il Parlamento europeo ha pubblicato le risposte scritte di Paolo Gentiloni, commissario designato all’Economia della prossima Commissione europea, al questionario che gli era stato sottoposto in vista della sua audizione con le commissioni europarlamentari competenti per il suo portafogli (quelle agli Affari economici, al Bilancio e agli Affari sociali). Nelle nove pagine di risposte al questionario, in una versione non ancora definitiva circolata a Bruxelles, Gentiloni presenta innanzitutto il suo curriculum, le convinzioni, le esperienze e le competenze acquisite negli anni, come in una “lettera di motivazione” per la candidatura in risposta a un’offerta di lavoro, sottolineando la sua esperienza di giornalista politico (15 anni, compresa la direzione del mensile ambientalista “La Nuova Ecologia”), prima della lunga carriera parlamentare (18 anni) e poi governativa (ministro delle Comunicazioni, degli Esteri e primo ministro). Il commissario designato entra quindi nei dettagli del proprio programma, ripetendo senza grandi sorprese tutti i punti principali della “lettera di missione” ricevuta dalla presidente eletta della Commissione, Ursula von der Leyen, e facendo chiaramente attenzione a non dire nulla che possa rischiare di alienargli il sostegno di una parte degli eurodeputati che dovrebbero, in principio, votare la fiducia al nuovo Esecutivo comunitario. Riguardo alla controversa riforma del Patto di Stabilità, il commissario designato resta ambiguo, parlando di “posizioni polarizzate” che ci sarebbe l’opportunità di riconciliare. Ma qualche dettaglio lo fornisce in merito alla Procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi, che dovrebbe dare più attenzione a “gli squilibri esterni, la competitività, il mercato immobiliare e i livelli in aumento del debito privato”. Gentiloni conferma poi la linea di continuità con quanto è già stato proposto per il cosiddetto “approfondimento” dell’Unione economica e monetaria, che è “incompleta”. In particolare, bisogna fare passi ulteriori per attuare l’Unione dei mercati dei capitali, e realizzare finalmente “il completamento dell’Unione bancaria” nelle due componenti del ‘Backstop’ comune per il Fondo Unico di Risoluzione e della garanzia comune sui depositi (nella risposta è però menzionato solo uno di questi due elementi, che sono osteggiati dai rigoristi tedesco-nordici). “Se sarò confermato come commissario all’Economia, e in linea con gli orientamenti politici della presidente eletta von der Leyen, lo cercherò di far applicare alla Commissione il Patto di stabilità e crescita sfruttando appieno il flessibilità consentita dalle regole”, afferma Gentiloni nella risposta a una domanda su come applicherà il Patto di Stabilità. E aggiunge: “Insieme al contesto attuale di tassi d’interesse particolarmente bassi, questo ci aiuterà a raggiungere un orientamento di bilancio (‘fiscal stance’, ndr) più favorevole alla crescita nell’Eurozona, salvaguardando la responsabilità finanziaria nei conti pubblici (‘fiscal responsibility’, ndr). Inoltre, poiché aumentano la crescita potenziale, gli investimenti e le riforme strutturali apportano un contributo fondamentale alla sostenibilità del debito”. Inoltre, il commissario designato sottolinea che nelle sue decisioni sulle politiche economiche e finanziarie presterà molta attenzione al “pilastro sociale” dell’Unione, e “alle conseguenze distributive delle politiche raccomandate”, e si dice “orgoglioso” di aver ricevuto l’incarico lavorare all’introduzione di un “Regime europeo di assicurazione contro la disoccupazione”. Inoltre, sottolinea Gentiloni, va istituito il nuovo Fondo dell’Eurozona per la Convergenza e la Competitività, su cui c’è già il consenso degli Stati membri. E’ quello che è rimasto (ben poca cosa) della vecchia proposta di una “capacità di bilancio dell’Eurozona” contro gli “shock asimmetrici”. Ma da quella proposta von der Leyen ha ripreso nel suo programma la vecchia idea del sussidio europeo di disoccupazione. E Gentiloni lo mette ora al centro della sua agenda: istituire un “Regime europeo di riassicurazione per i sussidi di disoccupazione – affrma – rimane un elemento chiave per completare l’architettura dell’Uem”. Anche qui, però, il commissario designato deve essere prudente, sapendo con quanta attenzione gli eurodeputati tedeschi e nordici leggeranno le sue parole: “Aiuterebbe gli Stati membri a mitigare gli shock economici più rapidamente, evitando ricadute negative”, ma “è essenziale” che sia progettato tenendo conto di “una serie di vincoli economici e politici”. In particolare, dovrebbe garantire che “non vi siano trasferimenti (finanziari, ndr) permanenti tra gli Stati membri”, che “il sostegno sia il fornito in modo tempestivo e solo in caso di significativi shock esterni”, e che “il regime non crei disincentivi per gli Stati membri nel condurre politiche di bilancio sane e attuare le necessarie riforme strutturali”.
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