Il ministro Provenzano duro sulla Fase 2 anticipata: “Il liberi tutti può portare conseguenze drammatiche”

“La fase 2 non riguarda soltanto la riapertura delle imprese, ma riguarda anche come rafforziamo il nostro sistema sanitario per impedire di trovarsi impreparati a una eventuale nuova ondata dell’epidemia. Non voglio dare un messaggio allarmistico, ma vorrei che non si perdesse di vista in cui siamo perché i contagi ancora aumentano seppur la curva si è molto ridotta con un rallentamento. Il liberi tutti è una cosa che può avere conseguenze molto gravi”. Sono le parole pronunciate a “L’Intervista di Maria Latella” su Sky TG24 dal ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano.
“Creare una contrapposizione tra riapertura delle imprese e diritto alla Salute di lavoratori e imprenditori è un rischio molto grosso – ha aggiunto – Dobbiamo coniugare entrambe le cose. Entriamo in una settimana che da questo punto di vista è cruciale, noi abbiamo chiesto a una task force, composta da personalità di altissimo livello e anche con sensibilità e orientamenti politici e culturali molto diversi, di aiutarci a definire dei criteri di riapertura. Così sta facendo anche il comitato tecnico scientifico e lo dobbiamo fare nel confronto con le parti sociali”.
“Raccogliendo tutti questi pareri il Governo assumerà le sue decisioni – ha proseguito – e lo farà nel confronto con le Regioni e gli Enti locali. In questo modo possiamo assumere delle decisioni che devono vincolare tutto il territorio nazionale. Da parte nostra c’è anche un invito a maggior cautela nelle aree che sono maggiormente colpite e in cui il contagio è ancora a livelli elevati”.
“Ho la preoccupazione – ha aggiunto il ministro – che nel nostro Paese si stia diffondendo in queste ore l’idea che siamo già usciti dalla fase dell’emergenza e siamo già nella fase due. Per Provenzano c’è “una sorta di ritorno alla normalità anche negli aspetti più deteriori, come quelli del conflitto politico e del conflitto istituzionale tra Stato e Regioni, dopo che faticosamente nel corso delle settimane precedenti eravamo riusciti a definire un impianto unitario. Questo è un Paese che a volte fatica anche a imparare dalle lezioni che si apprendono. Se nel corso dei primi giorni dell’epidemia abbiamo capito una cosa è che l’andare in ordine sparso e avere uno disomogeneità anche regionale e territoriale nelle scelte, non solo getta nell’incertezza i cittadini in un momento in cui serve dare indicazioni molto chiare, ma poi la paghiamo come abbiamo pagato molto chiaramente le decisioni diverse in alcune Regioni che poi hanno avuto anche ricadute sulle altre”.
“Dobbiamo capire – ha avvertito Provenzano – che la fase due non può permettersi queste contraddizioni che inevitabilmente ci sono state all’inizio e che deve essere un percorso ordinato e graduale perché ancora ieri sera noi contavamo 575 morti quindi noi siamo ancora in emergenza sanitaria”.
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