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  • martedì 29 aprile 2025

Di Maio: “Fermare vandali ma le piazze vanno ascoltate”

 


“Il Paese sta attraversando una crisi senza precedenti. È sotto gli occhi di tutti. Una crisi pandemica, sanitaria ed economica. Nessun essere umano al mondo si sarebbe mai immaginato una cosa simile. Parlo del mondo perché la stessa crisi sta mettendo in ginocchio l’intera Europa e molti Paesi extra Ue. Sto sentendo continuamente i mie omologhi. Ci sono proteste ovunque, non solo in Italia.


Anche in Germania, Spagna, Francia e Regno Unito – dove i contagi sono quasi il doppio dei nostri – le persone scendono in strada. C’è rabbia, incredulità, sofferenza. È naturale. Sono stati d’animo figli dell’incertezza”, così in una lettera a Repubblica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che aggiunge: “Di fronte a tutto questo l’obbligo di un governo è quello di reagire e di ascoltare, ma soprattutto è quello di assumersi le proprie responsabilità. I vandali vanno fermati, ma le piazze vanno ascoltate. Sono un segnale che il governo non può trascurare”.


“Anche gli umori hanno un peso in una situazione come questa. Non possono essere ignorati, bensì vanno condivisi e devono essere compresi. Non basta liquidare le proteste come se le proteste fossero tutte uguali, perché tutte uguali non sono. E allora fermiamoci un attimo a pensare. Guardiamoci intorno e come rappresentanti delle istituzioni cerchiamo di capire che oggi uno dei messaggi più divisivi e conflittuali, forse, lo sta dando proprio la politica. C’è un’Italia spaccata a metà, è vero, perché ad essere frammentato è l’intero arco parlamentare”.


“Dobbiamo essere sinceri prima di tutto con noi stessi. C’è una maggioranza che continua a pestarsi i piedi giorno dopo giorno, le opposizioni che non perdono occasione per soffiare sul fuoco del conflitto e c’è chi riesce a contestare un decreto che ha contribuito a realizzare. È inutile cercare ragioni in questo caos. È più opportuno invece porsi delle domande”.


“Abbiamo dei doveri questa volta inderogabili, doveri che rievocano il senso di unità, fraternità, umanità. Ognuno di noi di fronte allo scontro, d’ora in avanti, dovrà trovare la forza di fare un passo indietro e rinunciare. Rinunciare al conflitto per dedicarsi alla Nazione. Rinunciare all’arroganza e ritrovare quel senso di umiltà che proprio la politica sembra aver smarrito”, prosegue nella lettera al direttore, Di Maio.


 


 

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