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  • sabato 4 maggio 2024

Conte non trova la quadra, la crisi di Governo sembra più vicina

 


"Noi siamo pronti al dibattito in Parlamento e le nostre ministre sono pronte a dimettersi. Conte si decida". Mentre resta lo stallo tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi sul futuro dell’esecutivo, Italia Viva ribadisce al presidente del Consiglio la sua posizione: in una intervista a La Stampa, la capogruppo di Iv, Maria Elena Boschiripete che i renziani hanno “posto questioni di merito: dal piano vaccini all’Alta velocità, dalla riapertura delle scuole all’utilizzo del Mes per la sanità” ma aggiunge che “a oggi, non c’è stata ancora nessuna risposta dal Governo". Boschi considera “legittimo” il tentativo di Conte di verificare un possibile sostegno alla maggioranza da parte dei ‘responsabili’, ma “l’importante è che non perda tempo", aggiunge. L’esponente renziana respinge la "narrazione che viene dagli uffici del premier che ci accontenteranno con un rimpasto. Non è così”. Di una cosa si dice certa la capogruppo di Italia viva: "L’unico scenario che non vedo praticabile - dice - sono le elezioni anticipate: nessuno le vuole e chi le minaccia lo fa soltanto per impaurire gli altri". Dunque la crisi di governo, pilotata o no, sembrerebbe sempre più vicina. Lo stallo totale tra Conte e Renzi e i veti incrociati nella maggioranza non lasciano più spazio agli spiragli di trattative visti nei giorni scorsi. "Se si va a votare rischiamo di perdere i fondi europei del Recovery", è l’allarme di Luigi Di Maio che invita il premier ad andare avanti. Per il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, ’l’alternativa  all’attuale equilibrio di governo è il voto". "Vuole fare opposizione a Salvini", replica Ettore Rosato di Italia viva.


Il Quirinale vigila sulla situazione con crescente preoccupazione. Dal Colle da un lato c’è l’apertura - seppur considerata rischiosa - a un rimpasto e anche al Conte-ter; dall’altro c’è l’indisponibilità a "governicchi" con maggioranze abborracciate o di salute pubblica. La via maestra in caso di crisi, quindi, è il ritorno alle urne. Una linea che il Pd, di fatto, sembra condividere. “Non è che ci piace votare in piena pandemia ma temiamo che le elezioni siano l’unica strada possibile perché tutte le altre ipotesi ad una soluzione costruita sulla base dell’attuale equilibrio, pur con i necessari ritocchi, non sono perseguibili", scandisce il vice segretario Pd Andrea Orlando ribadendo che prima di tutto serve "un patto di legislatura". "No", quindi, ad un’alleanza con la destra sovranista e a una crisi al buio. I Dem chiedono di partire dai contenuti per poi verificare se ci sono le condizioni per una soluzione ’pilotata’ che faccia nascere un Conte ter.


 

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