Brexit, per Boris Johnson non c’è altra strada che andare al voto

I “ribelli” Tory e i parlamentari dell’opposizione hanno sconfitto, di fatto, il governo nella prima ‘tappa’ del loro tentativo di approvare una legge che impedisca una Brexit senza accordo, ovvero con possibile ricadute catastrofiche sulle economie continentali e del Regno Unito . La Camera dei Comuni ha votato, con 328 voti favorevoli e 301 contrari, di assumere il controllo dell’agenda e questo le consentirà di andare avanti con una legge per posticipare la data di uscita del Regno Unito. Per tutta risposta, Boris Johnson ha annunciato che presenterà una mozione per indire elezioni generali anticipate.
Prima di andare alle urne, però, dovrebbe essere approvata la legge per bloccare il no deal: lo ha indicato il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn. Complessivamente, 21 parlamentari Tory – tra i quali ex ministri di governo – si sono uniti ai partiti dell’opposizione e hanno inflitto una dura sconfitta all’esecutivo.
Dopo il voto, Downing Street ha annunciato che i ribelli Tory saranno estromessi dal partito. Il governo sperava che la minaccia di espulsione – e l’elezione – avrebbe riportato nei ranghi i ribelli. Il primo ministro ha detto che la legge dei parlamentari porterebbe di fatto “a cedere il controllo” all’Ue dei negoziati sulla Brexit, oltre a portare maggiore “incertezza, ritardo e confusione”. Ai deputati ha spiegato di non avere altra scelta che andare avanti con le iniziative per indire le elezioni a ottobre, per poi aggiungere: “Il popolo di questo Paese dovrà scegliere”.
Il risultato della mozione comporta che i deputati potranno domani assumere il controllo dell’agenda della Camera dei Comuni. Questo darà loro la possibilità di introdurre una legge trasversale che costringerà il premier a chiedere il rinvio della Brexit fino al 31 gennaio, a meno che il parlamento non approvi un nuovo accordo – o voti a favore del no-deal – entro il 19 ottobre.
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