Addio Governo giallo-verde. Il Premier Conte scarica Salvini: “Il mio Esecutivo ha sempre lavorato, non era in spiaggia”.

E’ finita l’avventura del governo Giallo-Verde. Tutto è rimasto sospeso fino alla tarda serata di giovedì, quando prima il ledere leghista, vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, da Pescara aveva infiammato la piazza con una lunga serie di proclami: "Non c’è più una maggioranza, restituiamo velocemente la parola agli elettori. Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di "Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni". Poi la replica, inattesa del Premier Conte, nel giorno del suo compleanno: "Farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la più trasparente della storia repubblicana. Il mio governo ha sempre lavorato, non era in spiaggia". Ed ancora l’attacco a testa bassa contro il suo Vicepremier, con l’annuncioche si presenterà alle Camere rivendicando l’operato del suo governo che, sottolinea, "non era in spiaggia". "Mi riservo - spiega ancora - di contattare i presidenti di Senato e Camera affinché adottino le iniziative di competenza per permettere alle Camere di tornare a riunirsi". Per Conte, "questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo non era in spiaggia; era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli italiani’’. Ma Conte è stato ancor più devastante politicamente nei confronti dell’ormai ex ministro: "Ieri e oggi pomeriggio - sottolinea il premier - è venuto Salvini che mi ha anticipato l’intenzione della Lega di interrompere l’esperienza di governo e la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso".
"Al ministro dell’Interno spetterà - continua quindi Conte -, nella sua veste di senatore e leader della Lega, di spiegare al paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento, le ragioni che lo inducono a interrompere anticipatamente e bruscamente l’azione del governo’’ Ma in Parlamento, avverte, "dovremo dire la verità e non nasconderci dietro dichiarazioni retoriche o slogan mediatici. Non permetterò più che si alimenti la narrativa del governo dei no". Parole che disegnano un pieno scenario di crisi. In queste ore la parola è passata al Quirinale ed alle Presidenze delle due Camere che dovranno, con la Presidenza della Repubblica, coordinarsi per aprire le porte alla definizione dei passaggi della ormai certa crisi di Governo.
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