Assistenti Civici, il Governo non abbandona il progetto

“I ministri direttamente interessati al progetto” degli assistenti civici “proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato, con finalità di mera utilità e solidarietà sociale, anche attraverso la rete del Terzo Settore”. E’ quanto affermano fonti di Palazzo Chigi, al termine dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese, degli Affari regionali Francesco Boccia e del Lavoro Nunzia Catalfo.
“Questa iniziativa – proseguono le fonti – si inserisce nell’alveo di quelle già assunte dalla Protezione civile, che hanno portato a dislocare oltre 2.300 volontari nelle varie strutture ospedaliere, nelle RSA e nelle carceri”.
Gli assistenti civici, hanno poi precisato le fonti, saranno “soggetti volontari” che “non saranno ‘incaricati di pubblico servizio’ e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”. Sul punto da registrare anche la presa di posizione del ministro Boccia: niente eserciti o guardie civili, ma solo volontari. A ribadirlo è stato il ministro nel suo intervento a “Patriae” su Rai2, al termine di una giornata di tensioni politiche sul tema degli assistenti civici.
“La Protezione Civile ha avviato le procedure per l’ennesimo bando per dei volontari – ha precisato Boccia – non c’è mai stata nessuna guardia civile o ronda, ma solo volontari per finalità sociali che regalano il loro tempo al comune di appartenenza che aiutano a portare cibo a chi non può uscire di casa a portare medicine, se serve ad aprire e chiudere parchi, 16 ore a settimana e lo può fare chiunque”.
Il ministro ha sottolineato l’importanza del lavoro delle migliaia di volontari in tutte le fasi dell’emergenza Covid-19, negli ospedali come infermieri, nelle carceri, nelle Rsa, “l’hanno fatto con il cuore, con la loro disponibilità e generosità nei confronti del Paese”.
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