Roma Metropolitane, i Sindacati chiedono conto alla Raggi

“Dopo mesi di mancate risposte e di dichiarazioni senza seguito, oltre che di atti di forza e di imposizioni burocratiche, ancora non è chiaro cosa vuole fare la giunta Raggi con Roma Metropolitane. Assistiamo soltanto ai balletti dei dirigenti e dei consulenti al di fuori di qualsiasi progetto e di ogni regola mentre per i lavoratori ci sono solo perdita di salario, precarietà e incertezza sul futuro”. Così, in una, la Cgil di Roma e del Lazio, la Cisl di Roma Capitale Rieti e la Uil del Lazio e le rispettive categorie dei trasporti.
“E anche sfondamento dei presidi dei lavoratori – aggiungono i sindacati – come è avvenuto per il suo catastrofico commissariamento/liquidazione, avviato con inutile violenza già da ottobre e rimasto senza alcun risultato: ancora 5 bilanci da approvare a causa delle assenza di Roma Capitale in sede di approvazione; nuovi dirigenti e consulenti a carico di risorse che invece dovevano servire per progettare linee ferroviarie e della mobilità delle quali Roma ha grandissimo bisogno; nessuna certezza per i lavoratori che, nonostante le alte professionalità, sono soggetti alle scelte incomprensibili dell’amministrazione capitolina e non vedono nessun futuro lavorativo certo davanti a loro”.
“Ora il commissario liquidatore, Giovanni Mottura, dopo la dipartita di Paolo Simioni verso Enac, passa a dirigere Atac – dottolineano i sindacati -: che ne sarà della già martoriata Roma Metropolitane, società carica di grandi professionalità e fondamentale in una metropoli come Roma ma oggi ancora senza bilanci approvati e ridotta ad essere liquidata?” “La sindaca presenti un progetto con cui sia possibile confrontarsi, un’idea di gestione che parli ai cittadini romani e al loro diritto ad avere servizi pubblici di standard elevati – concludono – un percorso che tolga i dipendenti dalle sabbie mobili dell’incertezza e della precarietà e garantisca buona occupazione e diritti, come dovrebbe essere sempre garantito in particolare quando si gestiscono fondi pubblici”.
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