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  • lunedì 16 giugno 2025

Rai ferie forzate, Edoardo Favaretti su Maria Rosaria Gianni: “Clima di terrore che viene instillato in chi lavora”

“Siamo tutti Maria Rosaria Gianni. È così che vorrei oggi esordire dopo avere letto di come il caporedattore alla cultura di RAI 1 sia stata fatta fuori con modalità degne del Partito Comunista Sovietico, cioè il giustificare tramite malattia o necessità di riposo la rimozione di personaggi ormai scomodi da ruoli di prestigio. “Uno vale uno” ci ha raccontato chi oggi comanda la scena nazionale, ma questo Uno è stata la prima donna alla conduzione di un TG in Calabria, è colei che dopo una lunga gavetta di quindici anni in RAI è diventata nel 2004 Capo redattore del settore Cultura, Spettacolo e Sport, rimanendovi fino ad oggi e che ha anche conquistato oltre 6 riconoscimenti di livello nazionale per meriti in campo culturale, venendo perfino premiata nel 2003 come Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana! Così assorbita e concentrata nel suo lavoro ha goduto di meno giorni di ferie di quanti ne avrebbe potuti godere in questi anni: in pratica un lustro per l’azienda per cui ha speso ogni sua energia, un motivo di vanto per tutti gli italiani, amanti o meno che siano della Televisione. Per lei un premio speciale? No, questa prestigiosa professionista viene improvvisamente messa in ferie forzate da oggi fino a quando, a Marzo 2021, scatterà per lei il pensionamento: insomma, è stata cacciata e senza nemmeno un perché o un però, ricevendo codesta comunicazione direttamente dall’ufficio del personale RAI, come fosse l’ultimo degli impiegati nei-assunti. A livello psicologico questa è specie di lezione di vita per tutti noi: nella realtà italiana, puoi essere chiunque ma se non vali uno, cioè non ti omologhi al pensiero di chi comanda, sarà “uno altro” a prendere immediatamente il tuo posto. È un invito ad essere uno uguale uno e certamente a disinvestire in cultura e professionalità che possono essere soltanto un limite o un problema. Oggi tocca a lei ma domani chiunque potrebbe fare la stessa fine: si creano così nelle persone sentimenti di angoscia e di smarrimento di sè stessi, la svalutazione estrema di valori ed etica meritocratica. La dott.ssa Gianni rischia senz’altro gravi conseguenze sul piano psicologico per quanto subìto: questo comportamento è in grado di scatenare il cosiddetto Disturbo Post-Traumatico da Stress, cioè un danno psichico cronico, anche per il chiaro intento mobbizzante in esso presente e contro di lei agito: giá altre volte mi sono dovuto confrontare con persone la cui vita è stata irrimediabilmente devastata da analoghe azioni. Ma vorrei riflettere anche sul clima di terrore che così viene instillato negli altri impiegati, giornalisti e lavoratori comuni: chiunque adesso può perdere il lavoro o comunque essere messo a tacere per sempre ed in qualsiasi momento; ci sarebbe da chiedersi chi oserebbe opporsi a qualsivoglia richiesta sconveniente dopo quanto appena accaduto. È la realizzazione del Grande Fratello, ma non il programma di intrattenimento che tutti conoscono bensì il romanzo di George Orwell... È presente un clima di terrore in cui ogni notizia viene comunicata esclusivamente in base all’effetto mediatico che si è deciso a tavolino di raggiungere: questo crea confusione e smarrimento nel cittadino. Proprio ieri il troppo spesso vituperato Premier Ungherese Orban ha così dichiarato: “l’Ungheria “è un ex regime comunista e quando i comunisti se la prendevano con noi, e con me personalmente, usavano vaghe terminologie giuridiche; si parla di ‘mancanze generali’ e non è necessario commettere un crimine, ‘basta che ci sia il rischio’, è lo stile comunista”. Egli si riferiva al caso che in questi giorni coinvolge il premier olandese Rutte, ma non è forse identica cosa con quanto accaduto alla giornalista Gianni? E il nostro Premier non ha appena proposto uno stato di emergenza nazionale per qualcosa che oggi è solo un rischio ma che delegittimerebbe immediatamente il Parlamento, e ciò che esso rappresenta e garantisce costituzionalmente, per vari mesi? Siamo tutti Maria Rosaria Gianni, forse è già tardi”.


 

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