Mobilitazione unitaria dei sindacati dei metalmeccanici contro la crisi industriale

“Per fermare le crisi industriali e occupazionali, far ripartire gli investimenti, riformare ammortizzatori sociali, la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro”. Sono i temi ambiziosi, fondamentali per il futuro dell’intero paese, si è riunita a Roma l’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati organizzata da Fim, Fiom e Uilm. Oltre alle lavoratrici e ai lavoratori, hanno preso la parola anche i segretari generali delle tre categorie: Marco Bentivogli (Fim Cisl), Francesca Re David (Fiom Cgil), Rocco Palombella (Uilm Uil).
La manifestazione rappresenta il seguito ideale della mobilitazione iniziata lo scorso 31 ottobrecon le due ore di sciopero e le assemblee, e in concomitanza con l’avvio della trattativa per il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici.
Uno sciopero e una mobilitazione “necessari nei confronti delle imprese, del governo e del Parlamento per contrastare le crisi aziendali”, scrivono Fim, Fiom e Uilm in una nota, sottolineando come “sono 160 i tavoli di crisi aperti che non vedono al momento spiragli di risoluzione. È necessario che nell’agenda politica ritorni al centro l’impresa e il lavoro, attraverso gli investimenti pubblici e privati, per il rilancio della crescita economica e sociale e la salvaguardia dell’occupazione e la tutela della salute e sicurezza”.
Quello che invece nella realtà accade sembra invece andare in un’altra direzione:“Nel Paese stiamo assistendo a una situazione insopportabile: aumentano il ricorso agli ammortizzatori sociali e gli annunci di chiusure di interi stabilimenti in tutti i settori dall’elettrodomestico alla siderurgia, all’automotive, all’elettronica, all’informatica fino alle istallazioni; i processi di ristrutturazione troppo spesso garantiscono redditività alle imprese scaricandone il prezzo sui lavoratori”.
Contemporaneamente, “aumentano gli infortuni e le morti sul lavoro.Una situazione non più accettabile. È necessario investire nella transizione industriale che fermi la chiusura di stabilimenti e investa sulle persone che lavorano a partire dai grandi gruppi, le multinazionali fino alle piccole imprese”.
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