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  • sabato 3 maggio 2025

La ministra del Lavoro, Catalfo conferma l’accordo sui Riders

La maggioranza di Governo ha trovato l’accordo sui rider. L’emendamento, che sarà presentato al cosiddetto decreto crisi in discussione al Senato, prevede per i ciclofattorini impiegati in maniera continuativa le tutele del lavoro subordinato mentre per coloro che lavorano in maniera occasionale e discontinua un pacchetto minimo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai contratti, salute e sicurezza, tutele previdenziali) a cui può affiancarsi una regolamentazione specifica tramite la stipula di contratti collettivi.


Il principale obiettivo di questo intervento è stimolare, anche in tale settore, la contrattazione collettiva che avrà il compito di regolare in concreto la figura dei riders. “Sono molto soddisfatta perché finalmente anche questi lavoratori avranno maggiori diritti e tutele”, dice il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.


Per un gruppo di oltre 800 rider però l’emendamento insensato e pericoloso. Già nei giorni scorsi il gruppo si era opposto alla prima versione del decreto manifesta ulteriore e crescente preoccupazione.


“Siamo – dicono – passati dalla padella alla brace. L’emendamento è insensato e pericoloso, perché obbliga le piattaforme a trovare un accordo coi sindacati tradizionali, ma i rider iscritti ai sindacati si contano sulle dita di una mano e il motivo è semplice: siamo lavoratori autonomi e quello che propongono i sindacati è lontano anni luce da quello che interessa a noi”, dichiara Nicolò Montesi, portavoce di una petizione che ha raccolto le firme di oltre 800 rider.


“Non capiamo perché – aggiunge – il governo dia potere di trattare con le piattaforme a sindacati che non rappresentano nessuno e non invece a noi stessi, che facciamo questo lavoro e sappiamo di cosa abbiamo davvero bisogno. Come sempre, purtroppo, gli unici a non avere voce in capitolo in questa assurda vicenda siamo proprio noi rider”.


“Chiediamo un incontro urgente al Ministro Catalfo per arrivare a una soluzione condivisa: il decreto potrebbe essere corretto semplicemente dando a reali rappresentanti dei rider il potere di trattare a livello aziendale con ciascuna piattaforma, indipendentemente se parte di sindacati tradizionali oppure no.


Speriamo in un po’ di buonsenso e di ascolto da parte del governo, per una volta. Altrimenti diventerà troppo tardi”.


 

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