• Quotidiano di informazione
  • sabato 4 maggio 2024

Il grido d’allarme di Genova per le sue imprese piccole e grandi. Dossier sui ristori

 


 


Duecentotrentuno milioni gli spedizionieri, 154 l’industria manifatturiera e terminalisti, 257 turismo e commercio, 317 autotrasporto, 5 agricoltura: per un totale di 964 milioni. Sono i danni subiti dalle categorie economiche liguri tra perdita di fatturato e maggiori costi sostenuti in seguito ai disagi patiti per i cantieri autostradali in Liguria che da dicembre 2019 a luglio 2020 hanno messo in difficoltà circolazione ed economia, secondo il Comitato Salviamo Genova e la Liguria.  Il dossier inviato dopo una serie di confronti un mese fa al ministero dei Trasporti per ottenere i ristori, è in attesa di risposta. Il dossier è stato presentato questa mattina. Del Comitato fanno parte rappresentanti di tutte le categorie economiche. Il bilancio più pesante è quello dell’autotrasporto che stime alla mano evidenzia un peggioramento del servizio a partire dal crollo del viadotto sull’A6 il 24 novembre 2019, con un maggiore costo per le imprese per tempi di attesa più lunghi per le operazioni di distribuzione delle merci e i viaggi per i porti di Genova e Savona, l’allungamento dei percorsi fino a 140 km. Per le imprese manifatturiere e i terminalisti, il lucro cessante (diminuzione volumi di vendita, riduzione dei volumi di ordine) è stata più pesante (oltre 139 milioni) rispetto al danno emergente (maggiori costi del personale, maggiori costi per la logistica) 14 milioni e mezzo. Per il turismo (dagli alberghi e ristoranti al commercio, dalle attrazioni turistiche ai tour operator) è stato fatto un lavoro intenso per "depurare" i dati dei disagi autostradali dal calo di clienti legato al Covid. Per il turismo alberghiero sono stati paragonati i dati di luglio e agosto 2020 con lo stesso periodo del 2019 depurandoli dall’effetto Covid: le prenotazioni che a giugno iniziavano a crescere si sono fermate proprio con i cantieri, per riprendere solo ad agosto. La perdita del 6% delle presenze risulta imputabile ai cantieri per 110 milioni e 200 mila. Il calo del turismo nelle seconde case ha portato invece ad una perdita di consumi dei turisti di oltre 139 milioni. 


 

 Commenti

La tua email non verrà pubblicata. Campi richiesti:

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. OK