Dopo Whirpool mobilitati i lavoratori di una seconda Multinazionale: la Jabil

Dopo gli operai della Whirlpool, rientrati da Roma a Napoli forse con qualche aspettativa in più sul loro futuro lavorativo sono arrivati a Roma da Marcianise, nel casertano , i lavoratori della Jabil che solo lunedì scorso hanno avuto comunicazione che la loro azienda ha deciso di aprire la procedura di licenziamento collettivo per 350 lavoratori.
Anche questa è una multinazionale americana, proprio come Whirlpool, che decide di disimpegnarsi progressivamente dall’unico stabilimento rimasto in Italia. E questo nonostante abbia acquisito negli ultimi anni in provincia di Caserta altre aziende operanti nel settore dell’elettronica: Marconi, Nokia/Siemens e Ericsson che complessivamente impiegavano migliaia di addetti.
La risposta di sindacati e lavoratori non si è fatta attendere. Due giorni consecutivi con presidio davanti ai cancelli. E questo giovedì la mobilitazione davanti al Mise, con i lavoratori in presidio ed in attesa di una risposta sulla loro sorte.
"La provincia di Caserta, già fortemente colpita dalla crisi industriale e dalla scelta di molte aziende di abbandonare il territorio, non può permettersi un ulteriore depauperamento produttivo ed occupazionale", si legge in una nota di Fim, Fiom, Uilm e Failms, insieme alle Rsu aziendali. Per i sindacati "questo ulteriore vile attacco al territorio e ai lavoratori dimostra la necessità di una politica industriale che rilanci il Mezzogiorno per il futuro del Paese, come già chiesto con forza durante la manifestazione nazionale dello scorso 22 giugno a Reggio Calabria. Ci aspettiamo che tutte le Istituzioni, locali e nazionali, e tutti i parlamentari eletti sul territorio non rimangano spettatori, ma svolgano un ruolo attivo nella vertenza Jabil, per la difesa produttiva ed occupazionale".
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