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  • mercoledì 30 aprile 2025

Denuncia dei Sindacati, per gli appalti si rischia una giungla

 


 “Nella giornata di ieri la Commissione Bilancio della Camera ha cancellato l’articolo del Decreto Rilancio che prevedeva il 15 giugno come termine ultimo della proroga, causata dal lockdown, dei Durc, validi al 31 gennaio 2020. Un passo indietro rispetto l’impegno del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che, durante gli stati generali, aveva annunciato il rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero e dell’intesa con la Ministra del Lavoro Catalfo e con la Ministra delle Infrastrutture De Micheli”. Lo spiegano Benedetto Truppa, Fabio Turco e Agostino Calcagno, segretari generali di Fillea Cgil di Roma e Lazio, Filca Cisl Lazio e Feneal Uil Lazio. “Questa scelta politica rischia di trasformarsi in un regalo ai caporali e alle imprese scorrette ed è in contrasto con altre scelte adottate in altri settori del mondo del lavoro per la lotta al lavoro nero e la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Durc – dicono – è un documento strategico per la qualità del lavoro nel settore edile. Con questo documento, infatti, si certificano i versamenti contributivi verso INPS, INAIL e gli accantonamenti versati alle Casse Edili da parte delle imprese nei confronti dei propri dipendenti. Adesso ci troviamo davanti al rischio che un’impresa edile regolare, per via della proroga sul Durc, possa in realtà non pagare i contributi fino alla fine del 2020, tenere lavoratori senza contratto e poter partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi, al pari di chi, invece, fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Inoltre, senza gli accantonamenti alle Casse Edili sono a rischio le coperture economiche per le ferie, i permessi e i ratei di tredicesima. Non è questa la ripartenza che vogliamo – concludono i sindacati dell’edilizia – chiediamo al Governo di rispettare gli impegni presi e al Parlamento di rimediare. In caso contrario siamo pronti a tornare in piazza per far valere le ragioni del mondo del lavoro”.


 

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