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  • lunedì 20 maggio 2024

Confindustria si prende la scena politica-economica e chiede al Governo di fare e non di promettere

 


Assemblea generale di Confindustria e stilettate al Governo e non solo. La linea è stata dettata del Presidente Vincenzo Boccia, per lui l’ultima volta al vertice dell’Associazione degli Industriali, che ha detto la sua su tutti, o quasi, i principali tempi al centro dell’agenda politico-economica: “L’Italia  -a scandito Boccia-non riparte con lo slancio dovuto, necessario. Il contesto è quello di una crescita piatta: a fine marzo abbiamo parlato di crescita zero; pochi giorni dopo il governo ha di fatto confermato la previsione ponendo la crescita allo 0,2 per cento. La Commissione Europea stima lo 0,1”. Boccia, senza peli sulla lingua, ha invitato il Governo ad agire costruendo “un percorso guidato dalla visione di quello che l’Italia è, ma che non riesce ancora ad esprimere, e di quello che potrebbe essere se smettesse di rincorrere facili promesse e recuperasse il senso dell’impegno e del sacrificio”. Il presidente di Confindustria chiede alla politica di progettare e costruire e uscire dalla superficialità. In buona sostanza, chissà a chi era rivolto,  meno social media e più impegno nel costruire. “La politica deve raccogliere la sfida per il nostro futuro” ha detto Boccia indicando che “un progetto di vita ha bisogno di decisioni capaci di incidere a lungo a nel profondo nel corpo della società anche se al momento possono risultare impopolari”.


“Ma la bulimia di consenso immediato affida ai social la ricerca di una popolarità che si misura in termini di like”. Per Boccia. Altro sasso nello stagno,  il “presentismo imperante è una malattia molto grave perché impedisce di vedere oltre il finire del giorno. La superficialità si fa regola. Noi invece abbiamo bisogno di studiare, costruire, progettare”.Ma Boccia invita anche a “liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima. Le parole di chi governa non sono mai neutre: influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie. Le parole che producono sfiducia sono contro l’interesse nazionale”.



Poi le parole del Presidente del Consiglio, Conte: “ Il governo "sta ponendo un argine al declino verso il quale sembravamo avviati", ha detto il premier Conte all’ assemblea annuale di Confindustria. Citando De Gasperi: "Compito di un politico non è amministrare il consenso, ma rendere concreti progetti e speranze". Il dialogo con Confindustria "è molto fruttuoso","dobbiamo riportare l’Italia nel posto che le spetta", spiega Conte. Nel Def "abbiamo stimato una crescita potenziale dello 0,2%, ma siamo determinati a superarlo". Assente giustificato il Vicepremier Salvini, era presente invece il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Queste le sue parole: "Rigore e crescita devono continuare a essere compatibili" e "la riduzione del debito pubblico deve avvenire attraverso gli investimenti e non con tagli lineari. Abbiamo a cuore l’economia e lavoriamo per scongiurare un rallentamento della produzione. Siamo qui per fare sistema e dare futuro da leader al Paese". Alla Ue "non chiediamo ritorno al protezionismo ma apertura mercati equa e condivisa".


 

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