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  • venerdì 2 maggio 2025

Confagricoltura chiede un Patto di filiera per il settore suinicolo

 


La Confagricoltura propone un patto di filiera per superare i problemi del comparto suinicolo, uno tra i settori agricoli “in affanno a causa degli squilibri di mercato conseguenti alla diffusione del coronavirus”. Le quotazioni “sono in forte diminuzione (-20% rispetto a dicembre) e questo porta inevitabilmente al rischio di possibili comportamenti opportunistici lungo la filiera”. 


Con questo ritmo “già dalla prossima settimana i ricavi non copriranno i costi di produzione”. Per questo l’organizzazione degli imprenditori agricoli chiede un patto di filiera che consenta di superare le attuali difficoltà. Allevatori, industria e Gdo “devono collaborare per alimentare il paese e rispettare quell’impegno che hanno assunto”. 


Molte, secondo la Confagricoltura, “le criticità da affrontare, a partire dal costo dell’alimentazione in deciso aumento, nell’ordine del 5%, a causa l’innalzamento dei prezzi delle materie prime (soia e cruscami su tutto) per i mangimi, causato dai ritardi nell’attracco delle navi in arrivo e dalle difficoltà nei trasporti soprattutto dall’est Europa”. 


L’epidemia “ha determinato una riduzione di maestranze nei macelli e negli stabilimenti di trasformazione, aggravata dai nuovi protocolli sanitari per il contenimento del virus che porta a una riduzione del volume della attività stimata intorno al 20%”. Le macellazioni sono in netto calo, con una stima di -20% pari a circa 25mila suini a settimana. 


Tutto questo mentre gli allevamenti “sono in piena produzione, viste anche le buone prospettive di fine anno a seguito dei problemi di Psa in Cina”. Questo “ha importanti e negative conseguenze. Prima di tutto l’aumento del peso degli animali in stalla, che comporta problemi di spazio e quindi di benessere e di salute. Inoltre, molte partite destinate al circuito Dop andranno ‘fuori peso’, con un ulteriore deprezzamento”. 


“Nonostante le buone performance del prodotto fresco – aggiunge la Confagricoltura – il calo del prezzo del suino vivo diviene inevitabile, con conseguente adeguamento al ribasso del prezzo dei tagli che hanno invece un positivo riscontro di vendita. E paradossalmente il calo delle macellazioni potrebbe portare a una carenza di tagli per il fresco e quindi aprire le porte a ulteriori importazioni”.


 

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