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  • mercoledì 30 aprile 2025

Benzinai verso lo sciopero. Senza aperture dal Governo il 17 serrata dei distributori di carburante. La posizione di Faib (Confesercenti)

In vista dello sciopero del 17 luglio e dopo una serie di incontri con il Governo ed Agenzia delle Entrate, Faib Confesercenti continua a chiedere di stralciare la vendita carburanti dalla obbligatorietà della memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi in modo definitivo. Al Governo è stata posta la questione di chiarire, una volta per tutte, che il volume d’affari dei gestori carburanti va sempre inteso al netto del costo di fornitura, così come già il Legislatore ha previsto, per il comparto, ai fini dell’accesso al regime di contabilità semplificata. Questo anche per mettere le piccole imprese della distribuzione carburanti nelle condizioni di cogliere le agevolazioni che la legge di volta in volta stabilisce per esse.


Al Governo Faib ha anche ricordato che siamo  in una fase molto critica in cui il nuovo obbligo va a sommarsi alla chiusura della fase transitoria dell’introduzione della fattura elettronica con il rischio elevato di sanzioni pesanti per gli errori formali, al provvedimento in itinere dell’introduzione del DAS elettronico e all’applicazione da quest’anno dei nuovi indici di affidabilità fiscale. Un cumulo di novità per un settore ultra tracciato che vive forti difficoltà economiche legate al mancato rinnovo degli Accordi di settore, come ben sanno al Mise, dove sono pendenti diversi tavoli di crisi. Un comparto in difficoltà a cui occorre dare risposte positive, a partire dai margini riconosciuti, e non gravarlo di nuovi oneri, come vorrebbe fare qualcuno.


Al Sottosegretario Villarosa Faib ha posto anche la questione dello stretto legame tra illegalità, alla base dei tanti nuovi provvedimenti, e l’abusivismo contrattuale. In questa visione di contrasto a tutto campo alle diverse forme di illegalità, Faib ha poi proposto di stabilire un sistema di alert automatici verso la Guardia di Finanza e gli ispettori del lavoro nel caso di prezzi praticati abbondantemente sottocosto. Tale fenomeno potrebbe essere collegato a doppio filo e all’abusivismo contrattuale, che riguarda oltre il 60% della rete vendita, con un evasione contributiva di oltre 200 milioni di euro/anno ai danni dell’Inps, a conferma che l’illegalità è figlia dell’abusivismo contrattuale.


 

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