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  • mercoledì 7 maggio 2025

Arcelor Mittal, aperta la prima inchiesta dalla Procura di Milano sulla fuga dei padroni mondiali dell’acciaio

 


E’ ormai la fine di una possibile chances per il Mezzogiorno d’Italia. La trattativa tra Stato, Sindacati e azienda, in questo caso la multinazionale Arcelor Mittal sembra ormai finita su un binario morto e su quel binario volano le carte bollate, che porteranno, con ogni probabilità ad una vera e propria battaglia giudiziaria, che alla fine porterà ad una sentenza dal valore miliardario.  La vertenza e la crisidello stabilimento ex Ilva di Taranto, porterà, come abbiamo scritto ieri allo spegnimento degli altiforni entro il 15 di gennaio. Dopo la comunicazione dell’affittuaria dell’impresa ex Ilva, sembra assolutamente inutile qualsiasi altro incontro con le parti sociali, anche se l’azienda è tenuta a partecipare all’incontro al Mise dove si sono fatti vedere i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Ma la battaglia giudiziaria è già partita con la Procura della Repubblica di Milano che ha aperto un fascicolo esplorativo per verificare "l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato". A darne notizia in un comunicato il procuratore della Repubblica Francesco Greco. Ma l’azienda va avanti a testa bassa, convinta di sfuggire al conto, probabilmente salatissimo che sarà comunque costratta a mettere in bilancio e “conferma che esaurito il percorso previsto dall’art.47 il 3 dicembre, dal giorno successivo, quindi il quattro del mese, non sarà lei a proseguire il piano di spegnimento e spetterà all’amministrazione straordinaria". La notizia è confermata dal segretario generale della Fim, Marco Bentivogli in una nota. "E’ chiaro che se per il 4 dicembre l’Ilva in amministrazione straordinaria non riassumerà celermente tutto il personale - dice - la situazione diventerà ancora più drammatica". Ancor più drammatica è la situazione dei lavoratori dell’indotto, alcune migliaia di unità, che già in queste ore sono senza stipendio e con il rischio di non vedersi neppure applicati, in molti casi, gli ammortizzatori sociali. Il pallino del gioco è ormai nelle mani del Governo che dovrà trovare risposte a quella che si profila, per il Sud del Paese, come la prima vera crisi industriale del secolo.


 


 

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