Profughi dalla Siria, la Grecia tenta di frenare l’ingresso verso l‘Europa. Accuse al Presidente turco Erdogan

Le autorità greche hanno inviato altre forze di sicurezza nella regione di Evros, al confine con la Turchia, e hanno rafforzato i controlli via mare per bloccare l’ingresso dei profughi, dopo aver già impedito “oltre 4.000 ingressi illegali”. E’ quanto ha annunciato il portavoce del governo, Stelios Petsas, al termine di una riunione di emergenza dell’esecutivo di Atene.
Il presidente turco Recep Tayyip Edogan ha detto che la Turchia ha aperto i confini, lasciando uscire circa 18.000 profughi, e che continuerà a tenere aperte le frontiere. “Sono passati già 18.000 migranti e nelle prossime ore il numero sarà 25-30mila e non chiuderemo le nostre porte perchè la Ue deve mantenere la parola data”, ha detto Erdogan.
“Il governo greco è deciso a fare tutto il necessario per difendere i nostri confini”, ha sottolineato il portavoce, dopo il “tentativo massiccio, orchestrato e illegale” di ieri, a cui “il paese ha resistito, proteggendo i propri confini e i confini dell’Europa”. “Ieri abbiamo impedito oltre 4.000 ingressi illegali – ha precisato Petsas, citato dall’agenzia di stampa greca Ana – le 66 persone che sono riuscite a passare sono state fermate e non hanno alcun rapporto con la situazione a Idlib (Siria)”.
“Stiamo rafforzando le nostre forze di terra e in mare – ha proseguito – le forze di polizia e dell’esercito sono state dispiegate nella regione di Evros. Le forze della Guardia Costiera sono state rafforzate nelle isole e, ad oggi, abbiamo 52 navi della Guardia costiera e della Marina che pattugliano le nostre acque”.
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