Assange non sarà estradato negli Usa, sarebbe a rischio suicidio
La giustizia britannica ha respinto la contestata istanza di estradizione negli Usa di Julian Assange, dove il fondatore di WikiLeaks è accusato di spionaggio per aver contribuito a svelare file riservati americani relativi a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq. A emettere il verdetto, a sorpresa, è stata la giudice Vanessa Baraister. Assange, che rischiava una condanna a 175 anni, sarebbe a rischio di suicidio, ha decretato la giudice. Il governo Usa ha già annunciato l’intenzione di ricorrere. Assange è incriminato negli Usa per 17 accuse di spionaggio e una per abuso informatico, in relazione alla pubblicazione da parte di WikiLeaks di documenti militari e diplomatici la cui diffusione non era autorizzata. In gioco in questo processo, secondo molti, è la libertà d’espressione e di stampa.
La giudice ha respinto le affermazioni della difesa, secondo cui Assange sarebbe protetto dalle garanzie legate alla libertà di espressione, affermando che la sua "condotta, se provata, ammonterebbe in questa giurisdizione a reati non protetti dal diritto di libertà di stampa". Tuttavia, ha detto Baraitser, il 49enne soffre di depressione clinica, che si aggraverebbe se dovesse affrontare l’isolamento cui sarebbe probabilmente sottoposto nelle carceri del Paese nordamericano. Assange, ha detto la giudice, ha "le capacità intellettuali e la determinazione" per aggirare qualsiasi misura di prevenzione del suicidio che le autorità possano applicare.
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