Con un incremento sia nel mercato estero sia nel mercato interno, il fatturato di Lungarotti supera quota 8 milioni di euro nel 2017. La maison dell’enologia italiana e umbra chiude il 2017 con 2,4 milioni di bottiglie prodotte e una crescita a consuntivo del +3%. Una riorganizzazione della rete commerciale ha consentito il recupero sul territorio nazionale, che assorbe circa il 60% del valore prodotto, mentre sono in particolare le performance su sei piazze internazionali a determinare l’exploit dell’export, a partire dagli Usa, dove vola (e non solo in senso figurato) il Rubesco, servito recentemente anche nella Polaris Class (Business e First) della United Airlines. Bene anche le performance sul mercato cinese e su quello brasiliano, che riprende quota dopo un anno di stasi. Raddoppiano il valore delle vendite l’Olanda, Austria e Thailandia, ma si registra anche l’apertura di nuove mete come il Camerun, frutto di uno sforzo di penetrazione durato un paio d’anni. Con un incremento del 22% il Rubesco (in crescita anche nella sua versione Riserva, a +3%) si conferma il vino trainante dell’azienda e vero prodotto-simbolo dell’enologia umbra. Fondata da Giorgio Lungarotti agli inizi degli anni 60, l’azienda è ora diretta dalle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini. Il loro impegno e l’apertura all’innovazione che le contraddistingue hanno apportato un forte slancio all’azienda, rafforzando l’esempio concreto di positività familiare costruito a garanzia non solo del presente ma anche del futuro.
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