Secondo trimestre nero per i conti dell’Ue (-5%). Lagarde (Bce): “Rivedere il Patto di Stabilità”

Lo choc all’economia della zona euro causato dalla pandemia da coronavirus “è notevole, senza uguali in tempo di pace. Dobbiamo farvi fronte con determinazione per aiutare le nostre economie a rialzarsi al più presto, in modo da evitare una crisi sociale”. Lo ha dichiarato la presidente della Bce Christine Lagarde, in una intervista a quotidiani europei tr cui il Corriere della Sera.
“I nostri scenari vanno da una recessione del 5% a una del 12% nell’area euro per quest’anno, con un’ipotesi centrale dell’ 8%.
Rivedremo le proiezioni il 4 giugno, ma ci aspettiamo nello scenario più grave una caduta del prodotto interno lordo del 15% solo per il secondo trimestre”, ha detto Lagarde. Precisando che “in realtà, è difficile valutare gli effetti della fine del lockdown in ogni Paese, soprattutto se si contempla anche l’ipotesi di una seconda ondata dell’epidemia in autunno. Un fattore ci sembra probabile: se c’è una seconda ondata, le ricadute economicamente dovrebbero essere meno gravi, perché l’esperienza darà i suoi frutti”. Secondo la presidente della Bce Christine Lagarde il Patto di stabilità va rivisto prima che ritorni in vigore. Intervistata da Federico Fubini sul “Corriere della Sera”, Lagarde ha detto: “Penso che questa crisi sia una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso. In passato sono state fatte delle proposte innovative, in particolare da parte dell’Fmi, che sarebbe utile riesaminare. Ne va misurata la pertinenza e l’efficacia. Credo che i termini del Patto di stabilità e di crescita debbano essere rivisti e semplificati prima che si pensi a reintrodurlo, quando saremo usciti da questa crisi”.
“La priorità, oggi, – ha proseguito Lagarde – è aiutare le economie a risollevarsi. Gli Stati stanno spendendo e naturalmente i debiti aumentano; quanto al rapporto fra debito e Pil, crescerà, perché siamo in recessione. Tutti i Paesi al mondo stanno assistendo a un aumento del loro livello di debito: secondo le previsioni dell’Fmi, il debito degli Stati Uniti supererà il 130% del Pil alla fine del 2020, mentre quello della zona euro sarà sotto al 100%. Certo è una media, ci sono differenze tra i Paesi dell’area. Ma per valutare la sostenibilità, non bisogna concentrarsi sul livello di debito rispetto al Pil. Bisogna prendere in considerazione il livello di crescita e i tassi d’interesse in vigore. Questi due fattori sono determinanti”.
“La stabilità dei prezzi è il cuore del nostro mandato, con un’inflazione al di sotto ma vicina al 2%” ha spiegato ancora la presidente della Bce. “In circostanze come quelle di oggi, in cui l’inflazione ù e le attese di inflazione ù sono nettamente inferiori all’obiettivoel’economia è in profonda recessione, la Bce deve perseguire una politica monetaria accomodante quanto necessario per stabilizzare, allo stesso tempo, l’inflazione e l’economia. Dobbiamo intervenire ogni qual volta si manifesti un rischio di restrizione delle condizioni finanziarie. E dobbiamo assicurarci che la politica monetaria si trasmetta a tutti i Paesi dell’area euro, in tutti i settori. È la ragion d’essere di quel nostro strumento eccezionale che è il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp)”.
Commenti