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  • mercoledì 30 aprile 2025

Savona (Consob) ne è convinto: “Debito al 200% sostenuto dal risparmio degli italiani”

 



"E’ come se l’Italia fosse collocata dentro ’la caverna di Socrate (Platone)’, dove le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà. Per giunta in presenza di un continuo vociare a senso unico che stordisce. E’ compito di chi riveste posizioni di vertice della politica, dell’economia e dei mezzi di informazione rafforzare la luce e abbassare i toni per ristabilire la fiducia Sul futuro del Paese". Sono le parole del Presidente di Consob, Paolo Savona, nel primo discorso ufficiale del suo mandato. I sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico sono oggettivamente infondati. E un debito al 200% è possibile, come insegna il Giappone. A dirlo è il presidente della Consob, Paolo Savona, nel corso del suo primo discorso all’incontro annuale con la comunità finanziaria.”Se il criterio di razionalità venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di Governo – ha spiegato – si restituirebbe ai debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori. Il raggiungimento di questa condizione allontanerebbe i sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico, oggettivamente infondati”. La teoria economica e la ricerca empirica, ha sottolineato il numero uno della Consob, “non hanno fornito una risposta univoca su quale sia il legame ottimale tra il debito pubblico e il Pil, soprattutto se il rapporto è valutato in modo indipendente dallo stato della fiducia. L’esempio del Giappone è istruttivo: se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200% rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica. Ciò non significa – ha proseguito Savona – che non esista un limite all’indebitamento ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare immediatamente al di sotto del saggio di crescita del Pil. Ogni indicatore che comporta l’esistenza di un limite oggettivo alla crescita, come l’output gap, resta privo di validità storica e pratica, ancor prima che logica”.


 

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