Anche l’assegno diventa digitale grazie alla startup italiana PayDo fondata da Donato Vadruccio e Massimo Grizzi. La piattaforma Plick digitalizza la componente cartacea dell’assegno e supera i suoi limiti strutturali, mantenendo invariati i suoi vantaggi: immediatezza, universalità, capacità di utilizzo per importi elevati. Anche le banche avranno il proprio tornaconto, considerati i costi di gestione estremamente ridotti a fronte dei 5 euro di costi per la gestione degli assegni di carta. Per ricevere un pagamento Plick basta avere un conto corrente europeo, area SEPA (Single Euro Payments Area): non è necessario registrarsi, né disporre di particolari software. E non è neppure necessario che la banca aderisca al servizio. In questo modo si può inviare denaro anche senza disporre di una carta di credito conoscendo solo l’email o il numero di cellulare del beneficiario senza che egli debba scaricare alcuna app. Con il solo numero di cellulare, o con l’indirizzo mail, è possibile effettuare a chiunque pagamenti irrevocabili; chi li riceve, per incassarli dovrà semplicemente inserire il suo Iban. La banca del pagatore accrediterà i fondi tramite Sepa Credit Transfer al beneficiario e, entrambi, riceverann da Plick la notifica dell’avvenuta operazione. Ad essere davvero innovativa, però, è la possibilità di impostare sull’assegno una data di incasso futura: il beneficiari riceverà immediatamente la conferma e – alla scadenza – si vedrà accreditare subito l’importo. Anche se questo dovesse avvenire in un giorno festivo.
La sicurezza è ovviamente garantita, e i vantaggi sono molteplici. Plick potrà essere utilizzato per pagamenti business o retail, dalle transazioni tra privati ai pagamenti dei fornitori, dagli acquisti di un bene in negozio al rimborso di fondi in assenza dell’Iban dell’ordinante, anche per importi elevati.
Con Plick chiunque possieda un conto corrente europeo in area SEPA può ricevere un pagamento, senza registrarsi ad alcun servizio, senza utilizzare né hardware né software e senza che la banca aderisca alla proposta di PayDo (ma già due importanti istituti di credito italiano l’hanno fatto).
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