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  • giovedì 1 maggio 2025

Le baby pensioni costano allo Stato circa 7 miliardi l’anno

 


Le cosiddette pensioni baby costano alle casse dello Stato circa 7 miliardi di euro all’anno, lo 0,4% del Pil nazionale: lo stesso importo previsto quest’anno per il reddito o pensione di cittadinanza e addirittura 2 miliardi in più della spesa necessaria nel 2020 per pagare gli assegni pensionistici a coloro che beneficeranno di quota 100. A fare i conti è l’Ufficio studi della Cgia che ha ’recuperato’ i dati Inps riferiti ai pensionati baby presenti nel nostro Paese e li ha confrontati con la dimensione economica del reddito di cittadinanza e di quota 100. "Due misure, queste ultime, che sono nel mirino dall’Unione Europea. Non è da escludere, infatti, che Bruxelles ci chieda di rivederle, in caso contrario corriamo il pericolo che una parte degli aiuti previsti dal ’Next Generation EU’ ci siano negati", afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo. Per baby pensionati la Cgia intende quanti abbiano lasciato il lavoro prima della fine del 1980. "In totale sono quasi 562 mila le persone che non timbrano più il cartellino da almeno 40 anni", calcolano ancora gli Artigiani di Mestre. Di queste, oltre 386 mila sono costituite in massima parte da invalidi o ex dipendenti delle grandi aziende. "Se i primi hanno beneficiato di una legislazione che definiva i requisiti in misura molto permissiva, i secondi, a seguito della ristrutturazione industriale avviata nella seconda metà degli anni ’70, hanno usufruito di trattamenti in uscita dal mercato del lavoro molto generosi", annota ancora Cgia. Della squadra ’Baby’ fnno parte anche 104 mila ex lavoratori autonomi, oltre la metà proveniente dall’agricoltura, e solo una piccola parte, pari al 10,6%, poco meno di 60 mila unità,di ex dipendenti pubblici.


 

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